tag:blogger.com,1999:blog-18723528166694426852024-03-13T18:34:56.271+01:00Zio Giramondoappunti dal mondo per nipoti, hobbit ed altri piccoli viaggiatoriDaniele Binaghihttp://www.blogger.com/profile/14240559527758334497noreply@blogger.comBlogger87125tag:blogger.com,1999:blog-1872352816669442685.post-18212481758476252932015-09-16T15:11:00.000+02:002015-09-16T15:11:08.379+02:00I deserti della Bolivia che non sono poi così deserti<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-M71C_3t-TeE/Vflpg1nkO1I/AAAAAAAAAkM/yTtV6AaFgIQ/s1600/20150913_101737.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="120" src="http://4.bp.blogspot.com/-M71C_3t-TeE/Vflpg1nkO1I/AAAAAAAAAkM/yTtV6AaFgIQ/s200/20150913_101737.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Seduti, la nonna ed io, nel deserto<br />salato di Uyuni</td></tr>
</tbody></table>
Ciao, nipote.<br />
<br />
L'avventura che stiamo vivendo io e la nonna qui, in Sud America, sembra non avere mai fine: dopo aver visitato i siti Inca del Perù, ora stiamo girando in Bolivia, e siamo appena arrivati a Potosì dopo aver viaggiato nei deserti del sud del paese per tre giorni, in compagnia del nostro autista Zenon, dal nome filosofico (eh, un giorno forse lo studierai anche tu) e dalla grande simpatia e cortesia.<br />
<br />
I deserti li abbiamo visti tutti: da quello immenso di sale, una distesa bianca che, vista dalla sommità dell'isola Incahuasi, pare un mare che la circondi, a quelli di sabbia dove il vento ha scolpito le rocce gettate lontano dai vulcani per trasformarli in sculture come quelle di famosi artisti, a quelli di roccia e pietre, senza un filo d'erba che vi cresca.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-vmgSi7vPic4/VflpketTppI/AAAAAAAAAkY/c7XP7u46Arc/s1600/20150913_172619.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="120" src="http://4.bp.blogspot.com/-vmgSi7vPic4/VflpketTppI/AAAAAAAAAkY/c7XP7u46Arc/s200/20150913_172619.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La Laguna Colorada ed i suoi<br />rossissimi fenicotteri</td></tr>
</tbody></table>
</div>
<a name='more'></a><br />
Eppure, per quanto possano sembrare privi di vita, i deserti non lo sono mai: un cespuglio qui, una specie di muschio che pare un cuscino lì, una viscacha (un roditore simile al coniglio, ma con la coda lunga) che prende il sole su una roccia, un gruppo di vigogne che brucano chissà che cosa, e poi loro, gli stupendamente rossi fenicotteri, che popolano ogni singola laguna che si forma da queste parti. Cercano l'artemia salina, un gamberetto rossastro che si nutre del sale disciolto nell'acqua delle lagune; e, più ne mangiano, più diventano rossastri, meritandosi il nome di uccelli fiammeggianti (flamencos, in spagnolo) o fenici (come l'uccello che rinasce dalle sue ceneri, e non i navigatori).<br />
<br />
Vulcani tutti intorno (ma solo uno che, timidamente, sbuffa fumo), geyser che spruzzano i loro vapori verso l'alto, e silenzio, enorme silenzio, rotto solo dalle musichette andine che il nostro buon Zenon non ha mancato di farci apprezzare.<br />
<br />
Abbiamo percorso un sacco di chilometri, e macinato tanta polvere, nel vero senso della parola; ma credimi, lo spettacolo così variegato di ogni giorno, unito a quello anche magico delle stelle brillantissime di notte, ne è valso davvero la pena.Daniele Binaghihttp://www.blogger.com/profile/14240559527758334497noreply@blogger.com0Salar de Uyuni, Salar de Uyuni, Bolivia-20.1637642 -67.570853599999964-45.6857987 -108.87944759999996 5.3582703000000009 -26.262259599999965tag:blogger.com,1999:blog-1872352816669442685.post-47095603393693661682015-08-25T23:31:00.000+02:002015-08-25T23:31:00.118+02:00London calling #6: finalmente, i cigni<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-BWySuO6n-p8/VdjpoPzjk-I/AAAAAAAAAjo/CkT4QYSm9xo/s1600/20150720_104333.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="http://1.bp.blogspot.com/-BWySuO6n-p8/VdjpoPzjk-I/AAAAAAAAAjo/CkT4QYSm9xo/s320/20150720_104333.jpg" width="192" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il T-Rex pronto a sbranarci,<br />
al Natural History Museum</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Ciao, nipote.<br />
<br />
Ultimo giorno, e lo dedichiamo ad approfondire le visite in due dei posti che ti sono piaciuti di più: il Museo di Storia Naturale, e il Museo della Scienza.<br />
<br />
Fatto i bagagli e fatta colazione, salutiamo Susan (che rivedremo poi a pranzo) e ci trasciniamo io lo zaino e tu il trolley fino alla zona dei musei, vicino a South Kensington, per lasciarli al guardaroba del Victoria and Albert Museum: dopo un attento studio la sera prima, abbiamo scoperto che è l'unico posto in cui si può lasciare in custodia per tutto il giorno un bagaglio - dimensioni massime: bagaglio a mano d'aereo - in cambio di una mancia; tutti gli altri luoghi, invece, costano dalle 5 sterline in su...<br />
<br />
Poi, puntiamo diretti al Museo di Scienze Naturali, dall'altra parte della strada. Susan suggeriva di andare a vedere l'esibizione di farfalle, io ti ho parlato della sezione dinosauri, risultato: dinosauri battono farfalle millemila a zero. E, d'altronde, vuoi mettere l'opportunità di vedere un T-Rex in dimensione naturale che si agita e ruggisce? Per non parlare poi della sala dei mammiferi, con lo scheletro di una balenottera azzurra e una balena megattera intera... altro che farfalle!<br />
<br />
<a name='more'></a><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-MBP3Pswzcfw/VdjpsKYaiJI/AAAAAAAAAj0/7piyQ3mEZf8/s1600/20150720_154818.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="http://2.bp.blogspot.com/-MBP3Pswzcfw/VdjpsKYaiJI/AAAAAAAAAj0/7piyQ3mEZf8/s320/20150720_154818.jpg" width="192" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Tu, Susan ed il libro di Paddington<br />
che visita Londra... sarà un caso?</td></tr>
</tbody></table>
La tempistica è ottima, quando arriva il grosso del pubblico (famiglie con mocciosi, perlopiù, che si fanno i selfie davanti all'orso polare o al leone impagliati) noi stiamo già uscendo, in cammino per il Science Museum, dove ci aspettano i due ultimi piani, che l'altro giorno abbiamo visto un po' di fretta. Questa volta, invece, possiamo dedicargli un buon paio d'ore, e ci vogliono tutte, perché nella sezione sul futuro devi provare tutti quanti i simulatori - compreso quello, divertentissimo, dei rover sul pianeta roccioso -, mentre in quella sugli esseri umani ci sono tutta una serie di quiz e giochetti per spiegare come siamo fatti e cosa ci fa assomigliare o differenzia dagli altri.<br />
<br />
Verso le due, raggiungiamo il grande Hyde Park, uno dei polmoni verdi di questa grande città, e lì ci raggiungono Susan e la sua amica Nunzia, anch'ella mia viaggiatrice. Con Nunzia intavoli un interessante discorso, approfittando del fatto che i suoi genitori sono siciliani e quindi lei parla un italiano migliore del tuo inglese, ma tutto sparisce quando, finalmente, dopo giorni che li nominavi, riesci a vedere i cigni... come se non ne avessi mai visto uno in vita tua! Le fotografie si sprecano, mentre pranziamo in riva al laghetto con un vento che si porterebbe via i piatti, a momenti.<br />
<br />
Susan ti ha portato un regalo: un bellissimo libro su Paddington, che visita la città di Londra. E' la ciliegina sulla torta di una vacanza davvero bella ed interessante. Abbracciamo lei e Nunzia, poi ritorniamo al V&A Museum a prendere i nostri bagagli, e poi metropolitana e treno fino all'aeroporto di Stansted. Momento di leggero panico, quando il tuo zainetto viene spedito sul nastro "bagagli da controllare" al metal detector, ma tutto passa quando scopriamo che ti eri dimenticata dentro il succo di frutta. "Lo tenga pure, signora" le diciamo, e puntiamo al cancello di partenza del nostro volo per Treviso, città che raggiungiamo verso le dieci di sera e dove troviamo la tua mamma che ci attende per portarci a casa.<br />
<br />
<br />
E' stata un'avventura bellissima, e spero davvero che ti sia piaciuta quanto è piaciuta a me. Siamo stati fortunati con il tempo, abbiamo incontrato un sacco di persone interessanti, e visitato più cose noi in 6 giorni di Paddington in un libro intero... Speriamo che ora la voglia di viaggiare, e di esplorare, non ti abbandoni più.Daniele Binaghihttp://www.blogger.com/profile/14240559527758334497noreply@blogger.com2Londra, Regno Unito51.5073509 -0.1277582999999822351.1912379 -0.77320529999998222 51.8234639 0.51768870000001777tag:blogger.com,1999:blog-1872352816669442685.post-90115247842090450392015-08-24T23:08:00.000+02:002015-08-24T23:08:00.070+02:00London calling #5: le guardie cambiano, gli amici restano<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-ighymQBaDc0/Vdi4sVubxII/AAAAAAAAAjQ/zWeFuG7ysWc/s1600/20150719_125208.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="http://4.bp.blogspot.com/-ighymQBaDc0/Vdi4sVubxII/AAAAAAAAAjQ/zWeFuG7ysWc/s320/20150719_125208.jpg" width="192" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Una guardia a cavallo<br />
in posa vicino ad Anna</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Ciao, nipote.<br />
<br />
E' domenica, e come quasi sempre accade le previsioni del tempo non erano azzeccate: invece dei previsti acquazzoni, c'è un bel sole che splende. Sarà che siamo fortunati, sarà il caso, noi comunque ne approfittiamo, ed andiamo a Buckingham Palace per vedere la cerimonia del cambio della guardia. Che ogni giorno, preciso preciso, accade alle 11:30. E noi non siamo gli unici a saperlo...<br />
<br />
Già mentre stiamo attraversando Green Park cominciamo a notare un aumento del numero di turisti, che si fa marea quando sbuchiamo sul Mall, il grande viale che porta al palazzo reale. Sono ancora le 10:30, ma ogni posto dietro le transenne sembra essere già occupato. Chiediamo ad un poliziotto da dove arriverà il corteo oggi, e lui ci confessa di non esserne sicuro... ringraziamo, poi per caso adocchio un po' di spazio sulla rotatoria proprio davanti al palazzo, in prima fila: giusto un posto e mezzo, ma è quello che ci serve; intorno a noi, famiglie di turisti italiani e indiani (dell'India).<br />
<br />
Siamo fortunatissimi: quando arrivano i due drappelli di guardie, con tanto di fanfara, ci passano proprio davanti, entrando dai due cancelli principali, mentre le forze di sicurezza si accertano che nessuno provi a tagliargli la strada; e noi possiamo vederli nello splendore delle loro uniformi, e cercare di capire se in cima a quei copricapi ci sono davvero uccelli che fanno il nido. Appena entrato il secondo gruppo, gli attraversamenti vengono liberati, e noi ci affrettiamo verso la recinzione del palazzo, dove ti carico sulle spalle per permetterti di vedere tutto lo spettacolo del cambio della guardia oltre la cortina di turisti accalcati. Come in prima fila!<br />
<br />
<a name='more'></a><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-V-fPi96KLoE/Vdi4xJvXC3I/AAAAAAAAAjc/tabPyowap4o/s1600/20150719_135554.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="192" src="http://2.bp.blogspot.com/-V-fPi96KLoE/Vdi4xJvXC3I/AAAAAAAAAjc/tabPyowap4o/s320/20150719_135554.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Un té col Cappellaio Matto, il Bianconiglio e lo Stregatto</td></tr>
</tbody></table>
Terminato lo spettacolo, di nuovo in metro per andare a Camden Town, dove alla domenica in particolare c'è un mercatino di... beh, una volta era di oggetti interessanti, mentre ora è prevalentemente di souvenir e cianfrusaglie (queste, solitamente più costose dei souvenir). Però noi lo giriamo lo stesso, cercando di farci largo tra la folla enorme, pari a quella appena lasciata a Buckingham Palace. Riusciamo persino a comprare delle patatine fritte, che unite a dei panini che avevamo salvato dalla sera prima ci aiutano a placare i morsi della fame. Poi, incontriamo Nick, che ci ha raggiunto per venire con noi all'appuntamento del tardo pomeriggio: una cena assiema ad alcuni altri dei miei turisti viaggiatori. Propone di prendere l'autobus, uno di quelli belli a due piani, e noi approviamo; peccato però che una serie di lavori in corso renda il nostro tragitto molto più lungo di quello che ci aspettavamo.<br />
<br />
Arriviamo comunque a tempo, al Giraffe, sulla riva sud del Tamigi, e qui incontriamo Susan, anche lei invitata, e poi Rita e Guy, il "professore" Bernard, Ann e Glyn, e Rekha e Pravin. Siamo proprio un bel gruppetto, e per fortuna che Ann ha prenotato, perché il ristorante è strapieno. Io ti presento i nostri nuovi amici, tutti cominciano a parlare con tutti e Rita e Susan si occupano di te, che sei al contempo interessata, stanca, spaesata (tutti parlano inglese, ovviamente, tranne la cameriera, e "mind the gap" non è molto utile in una conversazione a tavola), curiosa... poi basta passarti il telefono cellulare, e tu ti metti a giocare contenta senza badare a noi "grandi".<br />
<br />
Per la prima volta, ritorniamo assieme a Susan. Nick ci accompagna fino alla stazione, poi prendiamo un treno (per evitare i lavori sulla metro) e il bus fino a casa, mentre comincia a piovere...Daniele Binaghihttp://www.blogger.com/profile/14240559527758334497noreply@blogger.com0Londra, Regno Unito51.5073509 -0.1277582999999822351.1912379 -0.77320529999998222 51.8234639 0.51768870000001777tag:blogger.com,1999:blog-1872352816669442685.post-75392877707244742342015-08-23T17:45:00.000+02:002015-08-23T17:45:00.047+02:00London calling #4: navigando le rotte degli oceani<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-hF-sf6ubFys/VdiXfAdTniI/AAAAAAAAAi8/j-n6en96GIk/s1600/20150718_133501.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="http://2.bp.blogspot.com/-hF-sf6ubFys/VdiXfAdTniI/AAAAAAAAAi8/j-n6en96GIk/s320/20150718_133501.jpg" width="192" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Anna Polena, nella collezione<br />
del Cutty Sark a Greenwich</td></tr>
</tbody></table>
Ciao, nipote.<br />
<br />
Quarto giorno di questo viaggio in cui tu stai cercando di fare un po' di pratica d'inglese (per il momento, però, sai solo dire con convinzione "yes", "mind the gap" e "this is a train to Wimbledon station"). Viste le previsioni, che danno pioggia per domani, abbiamo deciso di anticipare la nostra escursione a Greenwich, quartiere fuori Londra noto per la sua storia marittima e per aver dato il nome al meridiano e al fuso orario omonimi.<br />
<br />
Da Waterloo, giusto sotto il grande cerchio del London Eye, ci imbarchiamo su uno dei clipper, i battelli che percorrono su e giù il Tamigi, alternativa ottima alla sotterranea metropolitana se si vuole godere della vista di un po' degli edifici della città, oltre a respirare un po' d'aria fresca. All'inizio lentamente, per fermarsi spesso a raccogliere e depositare viaggiatori, la barca poi accelera, e in meno di un'ora ci porta a destinazione, passando sotto il bellissimo Tower Bridge e dandoci modo di ammirare la forma affusolata dello Shard.<br />
<br />
Arrivati poco prima di mezzogiorno (che ci sono da considerare anche i lavori lungo la metro, la coda per i biglietti e, sì, ok, il fatto che non siamo stati proprio proprio mattinieri), andiamo subito a visitare il Cutty Sark, il bellissimo veliero che nella seconda metà del secolo XIX navigava sulla rotta delle Indie per il commercio del tè, prima, e della lana, poi. Un clipper velocissimo, che prende il nome dalla camiciola ("cutty sark", in scozzese) indossata dalla strega Nannie, raffigurata nella polena della nave. E proprio Nannie incontriamo, mentre nello spazio ricavato sotto la chiglia ci racconta le vicende legate al vascello. Un vascello che riusciamo a visitare in ogni suo angolo, dalla chiglia al ponte, da prua a poppa, grazie al bellissimo spazio espositivo che vi è stato allestito, che ci permette di imparare un sacco di cose.<br />
<br />
<a name='more'></a><br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-PYUVqrcWAtI/VdiXeaDhrxI/AAAAAAAAAjA/osZI0mm924o/s1600/20150718_184046.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="http://3.bp.blogspot.com/-PYUVqrcWAtI/VdiXeaDhrxI/AAAAAAAAAjA/osZI0mm924o/s320/20150718_184046.jpg" width="192" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Assieme a sua maestà<br />
la regina Elisabetta II <br />
e al suo cane Lego I</td></tr>
</tbody></table>
Poi, è tempo di uscire, e mangiarsi un hamburger gigante ad un chiosco presente al tradizionale mercatino, mentre vari gruppi musicali si esibiscono per un festival degli artisti di strada. C'è pure una stramba banda che passa, o meglio che appare: dopo aver fatto un sacco di rumore con tamburi e tromboni, si ferma davanti al Cutty Sark e per 5 minuti buoni non fa niente, tanto che i gruppi musicali - frastornati - riprendono a suonare... giusto in tempo per essere interrotti dalla banda che riparte.<br />
<br />Ripartiamo anche noi, e andiamo a visitare alcuni degli edifici dell'Ospedale Navale (opera di Christopher Wren, quello che aveva costruito anche la cattedrale di Saint Paul), senza farci mancare quella che da molti è definita la "Cappella Sistina del Regno Unito", la Painted Hall, refettorio dell'allora ospedale completamente ricoperto di dipinti da James Thornhill tra il 1708 e il 1727, immagini e simboli che trasmettono messaggi su una miriade di argomenti, compresi la monarchia, la religione, il potere marittimo, la navigazione ed il commercio. Semplicemente bellissima, e geniale l'idea di offrire carrelli che hanno al posto del ripiano specchi per osservare la volta senza farsi venire il torcicollo.<br />
<br />
Poi, una bella salita sulla collina, per raggiungere l'Osservatorio, da dove passa la linea del meridiano 0, con ovvia fotografia di te con un piede nell'est ed uno nell'ovest. Non entriamo, ché la coda è lunga, ma non ce nè bisogno: giusto fuori dal recinto c'è un cancelletto, e la linea è tracciata anche lì dietro... smile... click! Fatta!<br />
<br />
Un po' di giusto riposo sulle pendici semierbose della collina, poi riscendiamo e, con la metro, torniamo in centro a Londra, facendo una visita ad un tempio un po' diverso: Hamleys, il più antico negozio di giocattoli del mondo. Nei suoi sette piani trovano posto più di 50000 giocattoli diversi, e i commessi sorridono, parlano, gridano e invitano i visitatori, piccoli e grandi, a provare gli ultimi arrivi. Nel grande caos di droni e frisbee pelosi che volano, di bambole che parlano e dinosauri che ruggiscono, di macchinine che si arrampicano sui muri e di palloni giganti che rimbalzano, trovi un paio di regalini per tuo fratello Marco, incluso un playmobil vestito come una delle guardie della regina, quelle con cappello peloso in testa. E forse, se invece di poche sterline avessi una carta di credito in tasca, passeresti più di un'ora a fare acquisti; non è così, per fortuna mia (e tua), così dopo esserti fatta una foto con la regina Elisabetta II (tutta fatta di mattoncini Lego, cagnolino incluso), usciamo dalla porta principale e ci ritroviamo in Regent Street, da cui raggiungiamo la stazione della metro e torniamo a casa, fermandoci in un supermercato per acquistare una bella cena inglese, giusta giusta per la pioggerella che comincia a cadere: zuppa calda, e poi una bella cornish pastry, tipico pasticcio originario della Cornovaglia... Yum!Daniele Binaghihttp://www.blogger.com/profile/14240559527758334497noreply@blogger.com0Greenwich, London SE10, Regno Unito51.482576599999987 -0.007658900000024004825.960542099999987 -41.316252900000023 77.004611099999991 41.300935099999975tag:blogger.com,1999:blog-1872352816669442685.post-23767865077724574342015-08-22T13:02:00.001+02:002015-08-22T13:02:12.123+02:00London calling #3: la scienza, la fede e la magia<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/--FumC40r-pM/VdhVabYqBUI/AAAAAAAAAiY/dWPx7bion7Y/s1600/20150717_144350.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="http://2.bp.blogspot.com/--FumC40r-pM/VdhVabYqBUI/AAAAAAAAAiY/dWPx7bion7Y/s320/20150717_144350.jpg" width="192" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Vista eccezionale dalla cupola<br />della cattedrale di Saint Paul</td></tr>
</tbody></table>
Ciao, nipote.<br />
<br />
Terzo giorno di viaggio, e abbiamo deciso di dedicarlo ad un sacco di temi: scienza, religione e cinema.<br />
<br />
Cominciamo quindi, dopo una buona colazione a casa di Susan, che questa mattina è uscita presto, dallo Science Museum. Non ci sono mai stato, in passato, e ne ho sentito parlare molto, quindi era tra le cose che volevo suggerirti per questi soggiorno; e anche tu lo avevi trovato nelle guide che hai consultato prima di partire, recuperate da quella santa donna di tua madre in biblioteca.<br />
<br />
Subito ci accoglie una sala enorme, piena di vecchie macchine a vapore, quelle che hanno dato il via alla Rivoluzione Industriale, e tanti altri marchingegni. Noi, scaltri come faine, per evitare le masse che poi arriveranno andiamo velocemente al banco delle prenotazioni e, usando una delle tante agevolazioni dateci dal 2x1 collegato al biglietto del treno usato per raggiungere Londra dall'aeroporto, acquistiamo due ingressi per il cinema 4D, dove mezz'ora dopo stiamo viaggiando a bordo di un razzo Apollo per raggiungere la luna, accompagnati da sobbalzi, soffi d'aria, sbuffi di vapore e suoni di esplosioni ovunque. E per fortuna che ci siamo andati subito: quando usciamo, ancora un po' sobbalzanti, scopriamo che il museo si è riempito di ciurme di bambini urlanti e di turisti spaesati.<br />
<br />
Noi, le faine, ci riguardiamo il piano terra, con i suoi mezzi di trasporto e macchinari degli anni passati, e poi cominciamo a salire pian piano gli altri piani, dove le ciurme non sono ancora arrivate, e dove scopriamo tesori inestimabili: videogiochi che ci permettono di simulare una rete elettrica o una città, enormi schermi che ci scompongono in pallini colorati, a simboleggiare gli elementi che sono parte di noi, mostre sui tessuti ed i materiali della serie "tocca e rabbrividisci", e tanto ancora. E le ciurme, niente... sono occupate a fare la fila per i simulatori di volo.<br />
<br />
Due ore e mezza, e poi usciamo, balziamo sulla metro e raggiungiamo Saint Paul, la cattedrale dalla cupola gigantesca (la seconda della cristianità, se non erro), dove incontriamo Judith e Audrey, che a giugno avevano viaggiato in un mio tour e che si sono offerte di farci da guide. E non solo: Judith, lavorando per la parrocchia, ci procura i biglietti gratis per l'ingresso (cosa che, visti i costi di Londra, dove ogni cosa sembra costare 18 sterline, è davvero gradita).<br />
<br />
<a name='more'></a><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-nl4-52uVvpg/VdhVdu_8mHI/AAAAAAAAAis/lzQ-ORBlkEw/s1600/20150717_180406.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="http://3.bp.blogspot.com/-nl4-52uVvpg/VdhVdu_8mHI/AAAAAAAAAis/lzQ-ORBlkEw/s320/20150717_180406.jpg" width="192" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ci vuole un po' di magia<br />per raggiungere il binario<br />di Harry Potter</td></tr>
</tbody></table>
All'interno del capolavoro di Christopher Wren, famoso architetto dell'epoca, ammiriamo gli spazi enormi, le decorazioni, i mosaici; poi, mentre le nostre amiche ci aspettano giù, dove Judith sta praticamente salutando ogni persona che incontriamo, noi due saliamo i 500 e passa scalini che ci portano in cima alla cupola, enorme, dalla quale godiamo di una vista stupenda, e possiamo pure vedere altri turisti che si trovano in cima alla Walkie Talkie tower, dove eravamo ieri. Il vento lì su è davvero forte, dobbiamo tenerci con le mani i cappellini, e pure i telefonici perché non prendano il volo. Scesi dalla cupola, con le nostre due guide speciali scendiamo anche nella cripta, dove c'è una deliziosa cappella dove si possono celebrare matrimoni (ma solo se fai parte di un ordine speciale, ci spiega Judith), e dove ci aspetta un ancor più delizioso pranzetto all'interno di una specie di tavola calda.<br />
<br />
All'esterno della cattedrale ci aspetta Nick, un altro mio amico, e tutti assieme facciamo una passeggiatina attraversando il Tamigi sul Millennium Bridge, il ponte per pedoni costruito inaugurato nel 2000. Raggiungiamo il Globe, il teatro ricostruito come e nel luogo do ve stava il teatro originale di William Shakespeare, e dove intravediamo degli attori in costume. Poi, tornati indietro, salutiamo le nostre due amiche e con Nick andiamo a caccia di film... dapprima, raggiungiamo la stazione di King's Cross, e qui ci mettiamo in fila per spingere il carrello con i bagagli attraverso il muro del binario 9 e 3/4, come nel mondo di Harry Potter. Ci danno pure la sciarpa dei Griffondoro! Sempre guidati da Nick, raggiungiamo poi la stazione di Paddington, e qui troviamo la statua dedicata all'orsetto peruviano, sicuramente meno affollata, tanto che tre signore russe si son sedute sul piedistallo senza neppure accorgersi della celebrità che stava alle loro spalle... ah, che tempi!<br />
<br />
Ma Nick è una fonte di sorprese: conosce bene la sua città, e ci porta a visitare i quartieri circostanti, dove troviamo una piazzetta con giardino ed anfiteatro tra i palazzoni tutti vetro e cemento, giusto davanti ad un ristorante messicano e ad un supermercato. Fantastico! Sdraiati sui comodi cuscinoni a disposizione del pubblico, consumiamo una cenetta un po' latina ed un po' inglese, mentre tu ti lasci andare ad un po' di malinconia per la tua famigliola lontana, facendo finta che sia colpa del peperoncino piccante nei tuoi tacos... sarà il tramonto, o sarà l'ora di cena, a farti questo effetto? Nel dubbio, meglio terminare il pasto, salutare il nostro amico e tornare a casa di Susan, dove ci aspetta una buona tazza di latte tiepido.Daniele Binaghihttp://www.blogger.com/profile/14240559527758334497noreply@blogger.com0Londra, Regno Unito51.5073509 -0.1277582999999822351.1912379 -0.77320529999998222 51.8234639 0.51768870000001777tag:blogger.com,1999:blog-1872352816669442685.post-7352413292790180202015-08-07T10:57:00.000+02:002015-08-07T10:57:50.705+02:00London calling #2: il giardino tra le nuvole<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-_8G7PP62Mho/VcRxhsdpcXI/AAAAAAAAAh8/UNIwf7mrB-s/s1600/20150716_144716.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="http://2.bp.blogspot.com/-_8G7PP62Mho/VcRxhsdpcXI/AAAAAAAAAh8/UNIwf7mrB-s/s320/20150716_144716.jpg" width="192" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Seduti nello Sky Garden, con dietro<br />di noi il "cetriolo" e la "grattugia"</td><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><br /></td></tr>
</tbody></table>
Ciao, nipote.<br />
<br />
Il secondo giorno a Londra si apre, dopo una rilassante nottata (non necessariamente scontata: per fortuna, hai smesso di scalciare come facevi nel sonno anni fa, se no condividere un letto, seppure grande, sarebbe stato assai doloroso), con una buona colazione, che la nostra amica Susan, in piedi fin da prima di noi, ci ha preparato.<br />
<br />
Io questa mattina, come ti avevo annunciato, devo fare un salto negli uffici di Journey Latin America, il tour operator per cui lavoro solitamente d'inverno, per parlare della nuova stagione e fare il punto su quella passata; tu hai forse un programma molto più interessante: Susan si è infatti offerta di portarti a visitare Richmond Park, uno dei bellissimi parchi di Londra, a caccia (fotografica) di cervi.<br />
<br />
Il tuo inglese mi fa presagire una conversazione ridotta, tra voi due. Ma quando vi reincontro, all'ora di pranzo, all'ombra di quell'alto Monument messo a ricordo del grande incendio di Londra e delle sue vittime, mi raccontate invece di una stupenda mattinata, e mi mostri delle belle foto del branco di cervi che avete incontrato (ché, sai, alle volte nei parchi così grandi i cervi se ne stanno da una parte completamente diversa da quella in cui ti trovi tu).<br />
<br />
Mangiamo qualcosa in una caffetteria vicina, e poi alle 2 e un quarto arriviamo alla base della Walkie Talkie tower, un grattacielo così soprannominato perché... già, assomiglia ad un Walkie Talkie. Ho prenotato i biglietti da settimane, così controllati i documenti ci fanno salire nel velocissimo ascensore che ci spara su, su, su fino al 35° piano, per visitare il giardino più alto della città: costruito in cima ad un grattacielo, acciaio e vetri (molto puliti), permette di ammirare una vista fenomenale su Londra. "Ecco il Tower Bridge, ecco lo Shard, ecco pure la cupola della cattedrale di San Paul (che visiteremo domani)". Per avvistare il Big Ben e Westminster bisogna usare i cannocchiali messi a disposizione, la distanza è molto grande; mentre il "cetriolo" e la "grattugia per formaggio" (altri due grattacieli dalle forme bizzarre) sono giusto dietro di noi, e appaiono nella loro stranezza sullo sfondo degli edifici più bassi del resto della capitale britannica. Ma a te quel che interessa di più sono i fiori del giardino, a quanto pare: scatti più foto a quelli che al panorama, con grande sorpresa di Susan e mia.<br />
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<a name='more'></a><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-rHZJvU5QdaM/VcRybvVjJMI/AAAAAAAAAiE/LFuv1gSXwkI/s1600/20150716_195306.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="http://3.bp.blogspot.com/-rHZJvU5QdaM/VcRybvVjJMI/AAAAAAAAAiE/LFuv1gSXwkI/s320/20150716_195306.jpg" width="192" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il "fish" (anzi, "shrimp") è già finito,<br /> ora rimangono solo le "chips"</td></tr>
</tbody></table>
Salutata la nostra amica, prendiamo la metropolitana ed andiamo al British Museum, uno dei tanti musei aperti gratuitamente al pubblico. Tu vuoi vedere le mummie dei faraoni egizi, ma prima ti mostro l'unico moai esistente al mondo fuori dall'Isola di Pasqua, e i bellissimi resti delle mura e delle grandiose porte di città sumere. Poi tocca ai sovrani dell'Egitto, con i loro defunti avvolti nelle bende, pronti ad alzarsi e girare per i corridoi durante le notti in cui nessuno li vede; dopo quella del Cairo e quella di Torino, è forse la collezione migliore al mondo, con tutti i tesori comprati o trafugati dal paese nord-africano... perché sì, molte delle cose più importanti all'interno del museo sono di "dubbia" provenienza, come i fregi del Partenone di Atene, stupendi, che sembrano però interessarti meno della Stele di Rosetta, la pietra con un testo scritto in 3 differente lingue che permise di decifrare i primi geroglifici.<br />
<br />
Usciti, camminiamo fino a Covent Garden, un mercato coperto costrutito in occasione di una esposizione universale, di nuovo ferro e vetri, dove ammiriamo un mimo che fa uno spettacolo comico, facciamo un po' di shopping nel mercatino, e soprattutto visitiamo il negozio di cui già avevo parlato qui tempo fa, quello in cui si possono costruire gli orsetti di peluche... la tentazione è forte, ma sopravviviamo, e raggiungiamo Leicester Square, dove tentiamo di trovare dei buoni biglietti ad un prezzo decente per andare a vedere il musical del Re Leone. Purtroppo, buoni biglietti e prezzo decente non sembrano essere parole che vanno d'accordo, quindi decidiamo invece di passare da un fish and chips e comprare del cibo, per poi godercelo seduti ascoltando i musicisti che si danno il cambio ogni mezz'ora in una delle piazze più famose della città. A dir la verità, tu hai preso shrimp (gamberetti) ed io chicken (pollo), ma le patatine sono quelle vere... un po' troppe, forse, tanto che ne avanzi una mezza porzione, che poco dopo - mentre passiamo per Trafalgar Square, dove vediamo il monumento dedicato all'ammiraglio Nelson - doni a dei poveri vagabondi che ti ringraziano sonoramente, rendendoti più leggera (di patatine) e più felice. Pronta per tornare a casa da Susan, farti una doccia ed andare a dormire dopo una seconda giornata così intensa.Daniele Binaghihttp://www.blogger.com/profile/14240559527758334497noreply@blogger.com0Londra, Regno Unito51.5073509 -0.1277582999999822351.1912379 -0.77320529999998222 51.8234639 0.51768870000001777tag:blogger.com,1999:blog-1872352816669442685.post-53578729948414509532015-07-28T09:56:00.001+02:002015-07-28T09:56:38.675+02:00London Calling - l'inizio di un'avventura<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-mSd6gYxE5Hw/Vbc0W6BuVFI/AAAAAAAAAhg/WxfaRS8F0r8/s1600/20150715_094138.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="http://4.bp.blogspot.com/-mSd6gYxE5Hw/Vbc0W6BuVFI/AAAAAAAAAhg/WxfaRS8F0r8/s200/20150715_094138.jpg" width="120" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Pronti a partire per<br />Londra</td></tr>
</tbody></table>
Ciao, nipote.<br />
<br />
Il nostro viaggio a Londra è terminato, così ho pensato di scrivere qui nel blog un piccolo diario per ricordare quei 6 giorni passati assieme nella capitale britannica. Cominciando dal volo d'andata, ovviamente. Volo che tu hai affrontato abbastanza bene ("sono già andata a Parigi", mi hai detto), seppure con qualche timore al momento del decollo; poi, però, lo spettacolo messo su dall'equipaggio della RyanAir, che venderebbe pure i vestiti pur farti sborsare qualcosa, e lo spettacolo ben migliore del sole sopra la bianca distesa di nuvole, ti han dato più di un motivo per distrarti, e allora il volo è... volato.<br />
<br />
L'atterraggio ci lascia piacevolmente sorpresi, la temperatura è ben più bassa che in Italia, finalmente respiriamo. Non durerà molto, però: appena sparite le nuvole, ecco che il caldo si fa sentire nuovamente.<br />
<br />
Prendiamo il treno Stansted Express fino alla stazione di Tottenam Hale, poi - comprata la tessera Oyster, indispensabile per viaggiare a Londra senza dover impegnare un rene ogni volta - saltiamo sulla metropolitana per la stazione di Vauxhall, da dove prendiamo una sorta di metropolitana esterna per raggiungere Wimbledon, il villaggio dove abita la nostra ospite, Susan.<br />
<br />
<a name='more'></a><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-d-RiArE1v2I/Vbc05dZxzaI/AAAAAAAAAho/1Gu6BTzCWrU/s1600/20150715_174440.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="http://1.bp.blogspot.com/-d-RiArE1v2I/Vbc05dZxzaI/AAAAAAAAAho/1Gu6BTzCWrU/s200/20150715_174440.jpg" width="120" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Uno stegosauro fa<br />la guardia all'ingresso<br />del settore Terra del<br />Natural History Museum</td></tr>
</tbody></table>
Con lei raggiungiamo in bus la sua casa, e così senza quasi accorgercene abbiamo già usato praticamente tutti i mezzi di trasporto disponibili in città - tranne uno, di cui riparleremo tra qualche giorno. L'appartamento di Susan è abbastanza grande per accoglierci tutti, al piano superiore ha il soggiorno-cucina ed un piccolo balcone, e al piano di sotto le due camere da letto - una per lei, ed una per noi -, ognuna dotata di un piccolo bagno con doccia e lavandino... eh sì, perché il gabinetto vero e proprio è al piano di sopra, strana distribuzione dei locali che ricorda un po' il costume francese.<br />
<br />
Appoggiati i bagagli e fatta conoscenza, usciamo e torniamo in centro, fermandoci però prima a mangiare qualcosa in ristorante arabo, dove un ottimo piatto di prelibatezze mediorientali viene annaffiato da due limonate giganti (neanche a dirlo, quella alla menta che ti sei scelta non ti piace, e fai a cambio con la mia al gusto di bacche giganti).<br />
<br />
Avendo tanti musei da esplorare, decidiamo di cominciare dal Natural History, dove passiamo due ore a vedere i fossili, la stanza delle pietre preziose e dei minerali, diversi esempi di animali e l'esposizione su vulcani e terremoti, dove c'è persino una stanza che trema per farti provare l'esperienza di una scossa sismica. Poi, alle 18, quando il museo chiude, una corsa in metropolitana e sbuchiamo di fronte alla torre del parlamento, nota a tutti con il nome di Big Ben. In realtà, come sai, quello è il nome della grande campana all'interno della torre, quella che suona ogni mezz'ora per ricordare ai londinesi che devono essere puntuali.<br />
<br />
Camminiamo tra i più famosi monumenti della città, attraversiamo il Tamigi e ci spaventiamo davanti alla lunghezza della coda di persone che stanno aspettando di salire sul London Eye, la grande ruota panoramica costruita in occasione dell'arrivo del nuovo millennio. Poi acquistiamo dei panini da mangiucchiare, ché il pranzo è stato abbondante, e torniamo a casa di Susan, per riposare dopo questa lunga giornata.<br />
<br />
<br />Daniele Binaghihttp://www.blogger.com/profile/14240559527758334497noreply@blogger.com1Londra, Regno Unito51.5073509 -0.1277582999999822351.1912379 -0.77320529999998222 51.8234639 0.51768870000001777tag:blogger.com,1999:blog-1872352816669442685.post-24677338938492903912015-06-21T21:42:00.001+02:002015-06-21T21:42:13.164+02:00La sirena e l'abate<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-Kj7K0wcSdwQ/VYcStW4gw1I/AAAAAAAAAhE/EVI-xyLO8Nc/s1600/20150614_150222.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="120" src="http://3.bp.blogspot.com/-Kj7K0wcSdwQ/VYcStW4gw1I/AAAAAAAAAhE/EVI-xyLO8Nc/s200/20150614_150222.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La sirena Leucosia veglia sul paese<br />di san Marco di Castellabate</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<span id="goog_729677915"></span><span id="goog_729677916"></span>Ciao, nipote.<br />
<br />
Sono sul treno che mi riporta a casa, dopo aver passato una settimana in tour a San Marco di Castellabate, in provincia di Salerno (un po' sotto Napoli, per intenderci). Un luogo molto bello e tranquillo, con un albergo davvero ottimo, una spiaggia sabbiosa ed un porticciolo pieno di barchette di pescatori; tanto bello che è stato utilizzato, qualche anno fa, come ambientazione per il film "Benvenuti al Sud".<br />
<br />
Ma il luogo era famoso già da prima, per due personaggi altrettanto importanti per quanto molto diversi: un abate ed una sirena.<br />
<br />
Narra la leggenda che la sirena Leucosia abitasse in quest'area e qui, assieme alle sue sorelle, cercasse di incantare i marinai di passaggio grazie al proprio bel canto, attirandoli fino agli scogli dove le loro navi facevano naufragio e dove le tre magiche creature se li mangiavano. Persino Ulisse si trovò a passare da queste parti, rischiando di interrompervi definitivamente il suo viaggio; ma lui, che era furbo come una dozzina di volpi, tappò le orecchie dei suoi marinai con la cera, e si fece legare all'albero maestro della nave; potè così ascoltare il famoso canto senza correre alcun pericolo.<br />
<br />
<a name='more'></a><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-0XQKKGDcTm0/VYcSuqU9ayI/AAAAAAAAAhQ/zyd8wZyhju8/s1600/20150615_071819.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="120" src="http://4.bp.blogspot.com/-0XQKKGDcTm0/VYcSuqU9ayI/AAAAAAAAAhQ/zyd8wZyhju8/s200/20150615_071819.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">In alto, a destra, si vede ancora<br />la fortezza di Castellabate</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Fin qui, come detto, la leggenda. Più certa è l'esistenza di Constabile Gentilcore, a capo della locale abbazia durante il secolo XII. In quel tempo il mare non era certo più pericoloso per colpa delle sirene, ma dei pirati saraceni che compivano frequenti scorrerie nella zona. Per porvi rimedio, nel 1123 l'abate Constabile chiese al signore locale l'autorizzazione a costruire un castello che doveva servire a proteggere la popolazione locale. Constabile non riuscì a terminare l'opera, perché morì l'anno successivo. Ma la popolazione, grata, intitolò a lui la fortezza, dando origine al nome tutt'ora usato dal comune, Castellabate (Castello dell'Abate).Daniele Binaghihttp://www.blogger.com/profile/14240559527758334497noreply@blogger.com0Castellabate SA, Italia40.2820876 14.95741509999993540.2699741 14.937245099999934 40.294201099999995 14.977585099999935tag:blogger.com,1999:blog-1872352816669442685.post-16314564418686551172015-05-19T10:02:00.000+02:002015-05-24T10:03:15.781+02:00Cinque Terre, cinque perle lungo la costa ligure<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-ogrCzb3PiQk/VWGE64HKkGI/AAAAAAAAAgw/Z-ZVv7Cqb9M/s1600/20150519_151212.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="120" src="http://2.bp.blogspot.com/-ogrCzb3PiQk/VWGE64HKkGI/AAAAAAAAAgw/Z-ZVv7Cqb9M/s200/20150519_151212.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Manarola, forse la più piccola<br />delle Cinque Terre</td></tr>
</tbody></table>
Ciao, nipote.<br />
<br />
Hai mai sentito parlare delle Cinque Terre? Forse tu no, ma ti assicuro che tutti i turisti che vengono in Italia sanno non solo che esistono, ma anche esattamente dove si trovano: sulla costa ligure di levante (ovvero, quella orientale), all'interno di un Parco Naturale nazionale istituito nel 1999 per preservare loro e alcune altre località (Portovenere e le tre isole Palmaria, Tino e Tinetto).<br />
<br />
Terre, in passato, significava villaggi. Ecco quindi che le Cinque Terre sono cinque villaggi (da nord a sud: Monterosso al Mare, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore), spuntati pressapoco intono al 12°-13° secolo su uno dei tratti di costa più scomodo e scoscesi di tutta la zona. Gli uomini che li fondarono avevano deciso solo allora, dopo aver abitato per secoli sulle colline più entroterra, di avvicinarsi al mare, una volta che gli attacchi dei pirati e dei saraceni si erano ridotti fino ad un limite accettabile. Il motivo è presto detto: era più facile usare il mare per pescare e commerciare, che vivere solamente di olive e vino e dover camminare per ore se non giorni per raggiungere le altre località lungo sentieri impervi.<br />
<a name='more'></a><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-3J1A3cOyag4/VWGE2v1xbsI/AAAAAAAAAgo/MGBIpOssEPo/s1600/20150519_143619.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="120" src="http://3.bp.blogspot.com/-3J1A3cOyag4/VWGE2v1xbsI/AAAAAAAAAgo/MGBIpOssEPo/s200/20150519_143619.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La tranquillità che si vive nelle<br />Cinque Terre è anche merito<br />del loro isolamento</td></tr>
</tbody></table>
Poi, nel 19° secolo arrivò la ferrovia che, scavandosi la sua strada tra i fianchi delle vallate, finalmente collegò in maniera costante i piccoli villaggi. Con il treno arrivò una vita migliore e, poi, i turisti. Ogni giorno, ora, migliaia di persone visitano queste piccole località, affascinati dalle loro piccole dimensioni (si va dai 300 ai 1500 abitanti), dai viottoli stretti e ripidi, dai colori pastello delle case, dall'idea di una vita tranquilla senza macchine o motorini, dal mare incantevole.<br />
<br />
Anche troppe persone, se me lo chiedi: spesso i momenti migliori sono al primo mattino o dopo le 6 di sera, quando i turisti se ne sono quasi tutti andati e si riesce davvero a respirare l'odore di una vita che scorre più tranquilla, a volte seguendo davvero buffe tradizioni, come quella di mettere una bottiglia piena d'acqua davanti alla porta perché così i gatti, specchiandosi nel riflesso, non sceglieranno di marcare il loro territorio proprio in quel punto.<br />
<br />
E la presenza di grandi quantità di turisti, oltre ai problemi dati da un territorio già fragile di suo (per riuscire a coltivare qualcosa, gli abitanti del luogo hanno costruito centinaia di terrazzamenti lungo tutte le pendici delle colline), causa anche seri problemi geologici: molti dei sentieri hanno bisogno continuo di manutenzione, ed ogni volta che arrivano forti piogge c'è il rischio di frane e smottamenti, come è già accaduto nell'ottobre 2011, quando in certi punti le colate di fango arrivarono a 4 metri di altezza. Un territorio bello e delicato allo stesso tempo, quindi, che va protetto nel migliore dei modi.Daniele Binaghihttp://www.blogger.com/profile/14240559527758334497noreply@blogger.com0Manarola SP, Italia44.1115594 9.733893699999953244.105858899999994 9.7238086999999531 44.1172599 9.7439786999999534tag:blogger.com,1999:blog-1872352816669442685.post-72359686093556527432015-05-02T00:36:00.000+02:002015-05-04T00:36:32.890+02:00Far la vita dello scoiattolo<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-dzT8qzDyYyM/VUaeTKBmwTI/AAAAAAAAAgU/OZhecioudo4/s1600/20150426_111234.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-dzT8qzDyYyM/VUaeTKBmwTI/AAAAAAAAAgU/OZhecioudo4/s1600/20150426_111234.jpg" height="120" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Tu che superi con nonchalance<br />
uno dei tanti ponti "tibetani"</td></tr>
</tbody></table>
Ciao, nipote.<br />
<br />
Quanto ci siamo divertiti, domenica scorsa, al parco avventura Le Fiorine di Teolo? A spasso tra le cime degli alberi, attaccati a funi, cavi e carrucole, è stata una mattinata incredibile!<br />
<br />
Tutto era nato come regalo di compleanno (in ritardo, ma tanto lo sappiamo che quando fate gli anni tu e tuo fratello io sono sempre via; sennò, che Zio Giramondo sarei?!) per il piccolo Marco, desideroso di mettere di nuovo alla prova le sue abilità ginniche. Così, una bella domenica di aprile siamo andati con tutta la tua famiglia sui colli euganei, e tutti - tranne babbo Davide, che non voleva rischiare di forzare la sua caviglia - ci siamo dati ai percorsi più o meno difficili sospesi nel bosco.<br />
<br />
Il primo, ovviamente, è stato il festeggiato, che non appena ha scoperto l'ebbrezza della velocità, attaccato a quella carrucola lungo il cavo d'acciaio, non l'ha più fermato nessuno: rincorse, giravolte, mancava solo che lo facesse a testa in giù.<br />
<br />
Anche tu, però, ti sei dimostrata agile come un leone e coraggiosa come uno scoiattolo... no, scusa: agile come uno scoiattolo, e coraggiosa come un leone. Non hai avuto un filo di paura, riuscendo a superare tutti gli ostacoli che, chi ha costruito i vari percorsi, ha introdotto per il suo e nostro divertimento.<br />
<br />
<a name='more'></a><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-S3wZ-7A-4k4/VUadeeLXvgI/AAAAAAAAAgM/cjQ9g6uI_Jg/s1600/20150426_110439.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-S3wZ-7A-4k4/VUadeeLXvgI/AAAAAAAAAgM/cjQ9g6uI_Jg/s1600/20150426_110439.jpg" height="120" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Mamma Chiara, in posa molto<br />
rilassata, attaccata alla carrucola</td></tr>
</tbody></table>
Un esempio subito seguito dalla tua mamma e da me, che cercavamo di starti dietro mentre tu rapidissima passavi da un albero all'altro, camminando sulle reti, sui ponti "tibetani", sulle scalette sopraelevate o sugli infidi tronchetti dell'infelicità (ché se cadi, allora sei infelice).<br />
<br />
Il tutto mentre il papà e Marco, da terra, ci salutavano, e sembravano così piccoli visti dall'alto che quasi si confondevano con le formiche (o le pigne, dato che eravamo in un bosco... c'erano pigne? Non mi ricordo).<br />
<br />
Mi sa proprio che è un posto dove torneremo, prima o poi...<br />
<br />
<br />Daniele Binaghihttp://www.blogger.com/profile/14240559527758334497noreply@blogger.com035037 Teolo PD, Italia45.3489181 11.67245239999999745.3377581 11.652282399999997 45.360078099999996 11.692622399999998tag:blogger.com,1999:blog-1872352816669442685.post-67523574869583006832015-03-23T22:29:00.000+01:002015-03-23T22:29:00.511+01:00Un luogo per fabbricare amici di peluche<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-KytJeyU9jH8/VRCEcwmEDYI/AAAAAAAAAfY/i3HAaWsFaSM/s1600/custom-animals.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-KytJeyU9jH8/VRCEcwmEDYI/AAAAAAAAAfY/i3HAaWsFaSM/s1600/custom-animals.jpg" height="131" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Eh sì, non ci sono solo orsetti...<br />trova gli intrusi in questa foto!</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Ciao, nipote.<br />
<br />
L'altro giorno, mentre passavo per Londra, vicino a Covent Garden mi sono imbattuto in un luogo fantastico, in cui l'immaginazione di ogni persona, grande o piccina, può diventare realtà: un negozio in cui entri e crei il tuo orsacchiotto di pezza, dal nulla, proprio come lo vuoi tu.<br />
<br />
Tu dirai che ci vuole un po' di magia, o almeno tanta abilità con ago e filo. E, invece, no: basta seguire le indicazioni. Per prima cosa, uno sceglie la pelle dell'orso. In realtà, non si tratta di orsacchiotti: draghi sdentati e unicorni sono anch'essi presenti, e pure le tartarughe esperte di arti marziali. Però, l'orso la fa da padrone.<br />
<br />
<a name='more'></a><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-fQJ78Ymu5Ew/VRCEic1GckI/AAAAAAAAAfg/SuZLIaPxuoY/s1600/url.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-fQJ78Ymu5Ew/VRCEic1GckI/AAAAAAAAAfg/SuZLIaPxuoY/s1600/url.jpg" height="187" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Attenta, bambina! Se pigi troppo sul<br />pedale, farai scoppiare l'unicorno..</td></tr>
</tbody></table>
La pelle, dunque: c'è in colore naturale, verde come Hulk, o a pallini colorati come se fosse ricoperto di cioccolatini. E' vuota, ma a questo ci pensa un grande recipiente rotante che contiene cotone, e che lo spara fuori da un tubo a cui tu connetti la pelle del personaggio che hai scelto, decidendo poi se lo vuoi magrolino, robusto, grosso, morbidoso oppure pronto ad esplodere al primo tocco.<br />
<br />
Prima di sigillare l'imbottitura all'interno, però, devi decidere se vuoi aggiungere suoni (come un cuore che batte, o un tipo di bramito, o la sigla di Guerre Stellari), o se desideri che le sue zampette odorino, per esempio, di fragola. Poi, chiuso tutto perché non si svuoti di colpo, tocca poi agli accessori: berrettini, magliette, mantelli, stivali magici e persino un passaporto animalesco, nel caso in cui il tuo nuovo nuovo amico dovesse viaggiare.<br />
<br />
Le combinazioni, seppure non infinite, sono tantissime, e offrono la possibilità di sperimentare tantissimi personaggi nuovi. Ovviamente, alla fine del divertimento si ritorna alla realtà, e bisogna fare i conti con la cassa (ogni elemento, ogni accessorio, persino ogni grammo di imbottitura ha il proprio prezzo); ma è difficile trovare un luogo che lasci così tanto sfogo alla creatività, e poi puoi sempre andarci solo a fare un giretto...Daniele Binaghihttp://www.blogger.com/profile/14240559527758334497noreply@blogger.com0Covent Garden, London WC2E, Regno Unito51.5117321 -0.1232697000000371225.989697600000003 -41.431863700000036 77.0337666 41.185324299999962tag:blogger.com,1999:blog-1872352816669442685.post-7689337163495277952015-03-18T18:28:00.002+01:002015-03-18T18:28:49.435+01:00Un palazzo per salvare Dante<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-6-NMmxFGXnI/VQm0lgJv5yI/AAAAAAAAAe0/NSDnUHC6o9Y/s1600/20150307_174433.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-6-NMmxFGXnI/VQm0lgJv5yI/AAAAAAAAAe0/NSDnUHC6o9Y/s1600/20150307_174433.jpg" height="200" width="120" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Tomas, la mia guida<br />all'interno di Palacio Barolo</td></tr>
</tbody></table>
Ciao, nipote.<br />
<br />
Sicuramente hai sentito parlare di Dante Alighieri, poeta e scrittore toscano del tredicesimo secolo, famoso per aver composto l'autore delle Divina Commedia, universalmente considerata la più grande opera scritta in italiano e uno dei più grandi capolavori della letteratura mondiale.<br />
<br />
Ne aveva sentito parlare anche il signor Luigi Barolo, imprenditore tessile di grande successo in Argentina, che anzi era davvero un ammiratore di Dante, tanto da far costruire nei primi anni del secolo scorso un palazzo a Buenos Aires, conosciuto ora come Palacio Barolo.<br />
<br />
Un palazzo davvero speciale, il suo, pieno di riferimenti alla Divina Commedia: è alto 100 metri, così come 100 sono i canti dell'opera dantesca (33 per l'Inferno, 33 per il Purgatorio, 33 per il Paradiso, più 1 che fa da introduzione), ed è diviso appunto in 3 sezioni per un totale di 22 piani, così come 22 sono le terzine di ogni canto. Gli interni, anch'essi creati dall'architetto Mario Palanti, sono caratterizzati da decorazioni in forma di draghi, di mostri, di diavoli, di angeli.<br />
<br />
<a name='more'></a><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-4B84WwNESn4/VQm0-rdhnmI/AAAAAAAAAe8/Lr5O5n6pC9U/s1600/20150307_172504.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-4B84WwNESn4/VQm0-rdhnmI/AAAAAAAAAe8/Lr5O5n6pC9U/s1600/20150307_172504.jpg" height="120" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La deliziosa vista di Buenos Aires<br />che si gode dalla cima del palazzo</td></tr>
</tbody></table>
In cima, a simboleggiare l'Empireo, c'è un faro potentissimo, che ai tempi in cui Buenos Aires non emetteva troppo inquinamento luminoso si poteva vedere, chiaramente, dall'Uruguay, che si trova dall'altra parte del delta del Rio De La Plata.<br />
<br />
Il sogno del signor Barolo era quello di porre al sicuro, in un'urna nel centro del corridio principale dell'edificio, i resti di Dante, per proteggerli in caso della devastazione che, egli credeva, poteva arrivare in qualunque momento in una Europa in preda a continue guerre. Dante però riposa ancora a Ravenna, nella sua tomba, ma almeno ogni giorno, accompagnati da guide simpatiche e preparate, si possono ancora scoprire i segreti di questo strano edificio.Daniele Binaghihttp://www.blogger.com/profile/14240559527758334497noreply@blogger.com0Palacio Barolo, Avenida de Mayo 1370, 1085 Buenos Aires, Buenos Aires, Argentina-34.6095914 -58.385842799999978-34.8186764 -58.70856629999998 -34.4005064 -58.063119299999975tag:blogger.com,1999:blog-1872352816669442685.post-70993934753564974852015-02-26T05:00:00.000+01:002015-02-26T05:00:54.784+01:00Un vento che spazza e spezza<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-Uk0sglYDcoA/VO6XjxMqN9I/AAAAAAAAAeA/Xaz1tNTyEa8/s1600/20150223_140833%5B1%5D.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"></a></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-4TGxQ7z5cKg/VO6XFfsP0DI/AAAAAAAAAd4/rQf-QsTMbeA/s1600/20150223_135501%5B1%5D.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-4TGxQ7z5cKg/VO6XFfsP0DI/AAAAAAAAAd4/rQf-QsTMbeA/s1600/20150223_135501%5B1%5D.jpg" height="120" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il vento increspa la superficie<br />
dei laghi nel parco Torres del Paine</td></tr>
</tbody></table>
Ciao, nipote.<br />
<br />
La Patagonia è una terra che cambia ogni giorno, ed ogni giorno ti sorprende: un giorno c'è il sole, un giorno piove, poi comincia a montare il vento e non lo fermi più, e lui passa e spazza via tutto, dalla sabbia alle persone.<br />
<br />
E' proprio quello che ci è capitato, a me ed al mio gruppetto di 8 viaggiatori (più la guida Jacqueline, svizzera), l'altro giorno, all'interno del parco nazionale cileno Torres del Paine: stavamo giusto camminando lungo la via del ritorno verso l'ostello in cui avremmo passato un'altra notte, e ci siamo imbattuti in forti raffiche di vento. Ma non un vento normale: le raffiche, molto forti, soffiavano sopra i laghi del parco, increspandone la superficie, per poi raggiungere le rocce e gli escursionisti che si trovavano vicino ad esse.<br />
<br />
<a name='more'></a><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-Uk0sglYDcoA/VO6XjxMqN9I/AAAAAAAAAeA/Xaz1tNTyEa8/s1600/20150223_140833%5B1%5D.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-Uk0sglYDcoA/VO6XjxMqN9I/AAAAAAAAAeA/Xaz1tNTyEa8/s1600/20150223_140833%5B1%5D.jpg" height="120" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Improvvisamente, si forma<br />
un mulinello di sabbia e polvere</td></tr>
</tbody></table>
A tratti, sembrava di volare; anzi, un paio di signore del gruppo, non particolarmente grandi, quasi prendevano il volo, se non le avessimo afferrate e trattenute.<br />
<br />
Poi, si è formato un mulinello d'aria, quasi un piccolo tornado, ed ha sollevato una nuvola di sabbia bianca, creando un fantastico effetto visivo, per fortuna lontano da noi.<br />
<br />
Ma il vento, si sa, è matterello: così come era arrivato, all'improvviso se ne è andato, probabilmente a soffiare su altre parti di questa "fine del mondo". E noi abbiamo potuto ricominciare a camminare verso il rifugio, e il tepore delle sue stanze riscaldate.Daniele Binaghihttp://www.blogger.com/profile/14240559527758334497noreply@blogger.com0Torres del Paine, Torres del Paine, Regione di Magellano e dell'Antartide Cilena, Cile-51.259167 -72.345000000000027-52.536035999999996 -74.926787000000033 -49.982298 -69.763213000000022tag:blogger.com,1999:blog-1872352816669442685.post-59671661038045871982015-02-08T21:33:00.001+01:002015-02-08T21:33:32.573+01:00Panorami patagonici<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-CuYkmrzx-Io/VNfGg5_qzwI/AAAAAAAAAdY/VoSW0TaDu5c/s1600/20150207_094843%5B1%5D.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-CuYkmrzx-Io/VNfGg5_qzwI/AAAAAAAAAdY/VoSW0TaDu5c/s1600/20150207_094843%5B1%5D.jpg" height="120" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Un albero di lenga si inchina<br />
al sole del pomeriggio</td></tr>
</tbody></table>
Ciao, nipote.<br />
<br />
Sono tornato un'altra volta in Patagonia, in fondo al Sud America, e di nuovo in luoghi spettacolari, con ghiacciai lunghi qualche chilometro, torri di puro granito, boschi sconfinati e un'aria fredda che muove rapidamente le nuvole nel cielo.<br />
<br />
Ad El Chalten, in Argentina, siamo rimasti due giorni, con il gruppo. Considerata la capitale del trekking, in realtà si tratta di un villaggetto di poche migliaia di persone (poco più grande di Castegnero, ad occhio e croce), circondato però da uno dei parchi nazionali più belli del paese, con stupende montagne coperte di ghiaccio e neve dove la storia l'hanno fatta alpinisti italiani come i "ragni di Lecco", scalando vette che agli altri sembravano inaccessibili.<br />
<br />
<a name='more'></a><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-I6Kbj35ybCE/VNfHM6vflII/AAAAAAAAAdg/1Sp2vB00xZo/s1600/20150207_173635%5B1%5D.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-I6Kbj35ybCE/VNfHM6vflII/AAAAAAAAAdg/1Sp2vB00xZo/s1600/20150207_173635%5B1%5D.jpg" height="120" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Un fiume biancastro per l'acqua<br />
dei ghiacciai scorre verso El Chalten</td></tr>
</tbody></table>
Una infinità di sentieri permettono di aggirarsi per ore, a volte per giorni, accampando dove serve con la tenda che ognuno si porta in spalla. I boschi sono costituiti principalemente da alberi noti localmente come "lenga", in realtà specie di "notofagus", un albero che deve il suo nome al fatto di assomigliare molto al faggio pur non essendolo (e, quindi, è un "not-a-fagus"). Il contenuto del parco nazionale è ovviamente protetto, quindi gli alberi sono lasciati vivere la loro vita, e anche quando muoiono rimangono dove sono, a volte piegati dal peso degli anni, a volte semplicemente a terra dove decine di specie animali li usano come alimento o come rifugio: pensa che persino la volpe rossa vi si nasconde a volte per farci la tana e dare alla luce i suoi piccoli.<br />
<br />
Questa volta non siamo stati fortunati come in precedenza, e non siamo riusciti a vedere il picchio magellanico, la più grande delle specie di picchio che vivono in questo continente, con la sua inconfondibile cresta rossa; però abbiamo visto volpi, condor, tanti uccelli e poi le montagne, che da queste parti rimangono le padrone incontrastate.<br />
<br />
Tra tre settimane ritornerò qui, chissà che capiti allora di incontrarsi con Woody Woodpecker...Daniele Binaghihttp://www.blogger.com/profile/14240559527758334497noreply@blogger.com0El Chaltén, Provincia di Santa Cruz, Argentina-49.3314941 -72.886325-49.3521916 -72.9266655 -49.3107966 -72.8459845tag:blogger.com,1999:blog-1872352816669442685.post-88915004928150998352015-01-21T03:59:00.000+01:002015-03-06T16:04:07.853+01:00I faccioni dentati di San Agustin<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-OdjpcbPqMOw/VMMRjZ1cXXI/AAAAAAAAAc4/3rWyYv8vEE0/s1600/20150120_111942%5B1%5D.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-OdjpcbPqMOw/VMMRjZ1cXXI/AAAAAAAAAc4/3rWyYv8vEE0/s1600/20150120_111942%5B1%5D.jpg" height="120" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Una delle facciotte di pietra<br />
della zona di San Agustin</td></tr>
</tbody></table>
Ciao, nipote.<br />
<br />
Dalla costa caraibica della Colombia, mi sono aggregato ad un tour guidato da Elizabeth per alcuni giorni, visitando con loro prima la capitale Bogotà e poi la zona di San Agustin, a ridosso delle montagne. <br />
<br />
Si tratta di una zona in cui una civiltà antica ha lasciato tombe e bellissimi idoli di pietra, dalle facce bizzarre, a volte pure simpatiche. Non si sa molto di quel popolo, perché non ha lasciato testi scritti; ma archeologi di tutto il mondo dopo anni di studio sono riusciti ad interpretare molti dettagli delle statue, riuscendo a raccontarci almeno una parte della storia.<br />
<br />
<a name='more'></a><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-w9zTEMq8IQE/VMMTsyWJjXI/AAAAAAAAAdI/Ysb8E3ULHk0/s1600/20150120_112024%5B1%5D.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-w9zTEMq8IQE/VMMTsyWJjXI/AAAAAAAAAdI/Ysb8E3ULHk0/s1600/20150120_112024%5B1%5D.jpg" height="200" width="120" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Un'ostetrico del passato</td></tr>
</tbody></table>
Per esempio, si sono resi conto che le teste che mostrano dei canini acuminati sono di uomini, mentre quelle con denti normali o con la bocca chiusa sono di donne. E che gli occhi grandi e arrotodanti sono un tentativo di far somigliare gli esseri umani ad un grande felino (un giaguaro, probabilmente), animale molto venerato da quelle popolazioni primitive.<br />
<br />
In altri casi, come quello della statua che vedi qui a lato, hanno voluto rappresentare momenti importanti della nascita e della vita: uno sciamano (maschio, per i denti) fa da ostetrico e aiuta una donna a partorire; il cappello che porta in testa mostra 9 righe, come nove sono i mesi della gravidanza. Ai suoi piedi, invisibile in questa immagine, sta la madre del bambino che vedi sorretto dallo sciamano. Ricomincia così il ciclo della vita, e il futuro della comunità è assicurato per una nuova generazione.<br />
<br />
San Agustin è affascinante, e il fatto che alcune statue mostrino dei dettagli che si ritrovano in altre civiltà, come quella degli Inca, mostra che probabilmente in passato ci sono stati contatti tra questa e quelle, rendendo l'opera degli archeologi ancora più importante, nella speranza che possano svelare altri segreti di questi antichi abitanti delle montagne colombiane.<br />
<br />
<br />Daniele Binaghihttp://www.blogger.com/profile/14240559527758334497noreply@blogger.com0San Agustin, Huila, Colombia1.873635 -76.2523800000000161.3658115 -76.897827000000021 2.3814585 -75.606933000000012tag:blogger.com,1999:blog-1872352816669442685.post-12328990693363056462015-01-15T04:28:00.002+01:002015-01-15T04:28:54.835+01:00La grande muraglia di Cartagena de Indias<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-8LZePNLeDdk/VLcxjiDcl3I/AAAAAAAAAcc/Syb4p9mlepM/s1600/20150112_172908%5B1%5D.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-8LZePNLeDdk/VLcxjiDcl3I/AAAAAAAAAcc/Syb4p9mlepM/s1600/20150112_172908%5B1%5D.jpg" height="120" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La bandiera colombiana<br />sventola sopra le mura di Cartagena</td><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><br /></td></tr>
</tbody></table>
Ciao, nipote.<br />
<br />
Sono giunto in Colombia, per la precisione a Cartagena (Cartagena de Indias, per non confonderla con l'omonima città della Spagna; il suffisso "de Indias" deriva, come avrai capito, dall'idea che avevano ancora gli spagnoli di essere arrivati nelle Indie, per colpa dell'"errore" di Cristoforo Colombo).<br />
<br />
Una città la cui storia è sempre stata associata ai pirati e ai corsari, che continuavano ad attaccarla per depredarla, tanto che ad un certo punto si dovette prendere una decisione molto impegnativa: dotare Cartagena di una cinta muraria di ben 12 km. 12 km, sì, hai letto bene: praticamente, la distanza tra casa nostra e Vicenza, tutta fatta di mura .<br />
<br />
<a name='more'></a><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-0-T1lzoxqRY/VLczrLf_36I/AAAAAAAAAco/LcA5-stG6go/s1600/20150112_172019%5B1%5D.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-0-T1lzoxqRY/VLczrLf_36I/AAAAAAAAAco/LcA5-stG6go/s1600/20150112_172019%5B1%5D.jpg" height="120" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Difesa dalla gran muraglia,<br />la città si gode il tramonto tranquilla</td></tr>
</tbody></table>
La costruzione venne iniziata nel 1586, dopo l'attacco del famoso pirata sir Francis Drake, e portata a termine due secoli dopo, nel 1796. Le mura erano, di media, larghe 12 metri, e alte 17, una difesa formidabile contro ogni attacco che fosse venuto dal mare, ma anche un modo per separare la gente ricca da quella povera, alla quale era permesso entrare all'interno della cittadella fortificata solo per lavorare...<br />
<br />
Ora, le grandi mura sono diventate un'attrattiva turistica, e tutti i viaggiatori amano camminarci sopra, specialmente al tramonto, quando si può vedere il sole che si inabissa nel mare colorando tutto di un caldo arancio e giallo e rosso. All'interno, protetti dai pirati per un'altra notte, rimangono tutti i bellissimi monumenti della città, le sue chiese, i suoi porticati, le sue case colorate e la sua gente, che accoglie la sera a suon di musica. <br />
<br />
<br />Daniele Binaghihttp://www.blogger.com/profile/14240559527758334497noreply@blogger.com0Cartagena, Bolívar, Colombia10.41373 -75.53357690000001410.1638165 -75.856300400000009 10.6636435 -75.210853400000019tag:blogger.com,1999:blog-1872352816669442685.post-27162833864480929852014-12-02T04:54:00.001+01:002014-12-02T04:54:26.808+01:00La spiaggia del leone<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-MrG541h0lEY/VH00CtmD18I/AAAAAAAAAcM/C070ojOWxk4/s1600/20141130_161151%5B1%5D.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-MrG541h0lEY/VH00CtmD18I/AAAAAAAAAcM/C070ojOWxk4/s1600/20141130_161151%5B1%5D.jpg" height="120" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il leone di Leon a guardia della tomba<br />del poeta Ruben Dario</td></tr>
</tbody></table>
Ciao, nipote.<br />
<br />
Mi trovo a Leon, importante città fondata dai colonizzatori spagnoli ancora nel 16° secolo in quello che sarebbe stato poi chiamato Nicaragua. Una città con un sacco di storie da raccontare, perlopiù collegate al suo glorioso passato e al suo ruolo durante la rivoluzione sandinista, che ha liberato il paese da una crudele dittatura nel 20° secolo.<br />
<br />
Oggi, però, con il mio gruppetto di viaggiatori abbiamo deciso di andare a goderci una delle vicine spiagge sull'Oceano Pacifico, e così abbiamo chiesto al nostro autista signor Antonio di portarci a Las Peñitas, a circa una ventina di chilometri.<br />
<br />
Devi sapere che l'Oceano Pacifico non è mai stato particolarmente pacifico (il nome gli era stato dato dai marinai che, passato il terribile Capo Horn tra la Patagonia e l'Antartide, ritornavano ad acque "più pacifiche"), e Las Peñitas non fa eccezione: belle onde alte più di un metro e mezzo, e tanti surfisti che ovviamente ne approfittano.<br />
<br />
<a name='more'></a><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-Hhe8EQpK3Kc/VH0yZt61EEI/AAAAAAAAAcA/PrBiGoWi8Ag/s1600/20141201_171731%5B1%5D.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-Hhe8EQpK3Kc/VH0yZt61EEI/AAAAAAAAAcA/PrBiGoWi8Ag/s1600/20141201_171731%5B1%5D.jpg" height="120" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Un surfista cammina sulla spiaggia<br />di Las Peñitas al tramonto</td></tr>
</tbody></table>
Ma la spiaggia, di un colore scuro essendo la sabbia di origine vulcanica, è pulitissima, e l'acqua tiepida, quindi per noi tutti è stato un piacere fare il bagno, giocando con le onde o semplicemente godendosi la tranquillità del posto, vuoto di tutti i turisti nicaraguensi che durante i finesettimana affollano tutta la costa.<br />
<br />
Il tramonto, poi, è stato qualcosa di eccezionale. La costa pacifica, essendo orientata ad ovest, regala sempre una buona opportunità di vederlo, ma come forse ti sarai accorta ci sono un sacco di elementi che devono essere giusti: qualche nuvola che si colori, ma non troppe a coprire il cielo, e poi una vista senza ostacoli. Stasera era così, e come puoi vedere il risultato non è stato niente male...Daniele Binaghihttp://www.blogger.com/profile/14240559527758334497noreply@blogger.com0Dipartimento di León, Nicaragua12.360124510614442 -87.023048400878912.344614510614441 -87.0432184008789 12.375634510614443 -87.002878400878913tag:blogger.com,1999:blog-1872352816669442685.post-53631658225995717012014-11-22T02:32:00.001+01:002014-11-22T02:32:55.508+01:00La spiaggia di plastica<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-SRNIDRY1uKo/VG_k_hc6mqI/AAAAAAAAAbg/eMmnd01OFzM/s1600/12-Livingstone%2Bbeach%5B1%5D.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-SRNIDRY1uKo/VG_k_hc6mqI/AAAAAAAAAbg/eMmnd01OFzM/s1600/12-Livingstone%2Bbeach%5B1%5D.jpg" height="200" width="150" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La spiaggia di Livingston</td></tr>
</tbody></table>
Ciao, nipote!<br />
<br />
Ieri e l'altroieri ero a Livingston, un piccolo villaggio alla foce del Rio Dulce, in Guatemala.<br />
<br />
Case di pescatori, il caldo clima del Caribe, palme colme di noci di cocco e spiaggie dorate... Beh, non proprio, purtroppo: la sabbia del litorale di Livingston è completamente ricoperta di spazzatura.<br />
<br />
Per la maggior parte si tratta di contenitori di plastica, di pezzi di gommapiuma, di vecchie ciabatte... formano un continuo strato sul quale sei obbligato a passare, a volte nascondendo delle pozze d'acqua in cui rischi di affondare fino al ginocchio se non le noti. <br />
<br />
Dicono che la spazzatura la porta la corrente, che è tutta roba che arriva dal Belize e dall'Honduras, dove la gente la butta in mare. Sicuramente un po' è così, ma ho visto varie persone gettare spazzatura lungo la strada, bambini giocare su quella spazzatura, pescatori svuotare e ripulire le loro reti su quella spazzatura. E' come se tutti ci si fossero abituati.<br />
<br />
E (quasi) nessuno pulisce, ovviamente: durante una passeggiata di 3 chilometri, credo di aver visto solo due o tre case che avevano la loro porzione di spiaggetta in condizioni accettabili; per il resto, sembrava una discarica.<br />
<br />
E' un peccato, ovviamente; ed ha anche dei cattivi effetti sul turismo, come puoi immaginare, perché così nessuno si ferma per più di uno o due giorni, dato che oltre al mare non c'è poi molto da fare. Ed è un insegnamento per noi tutti: perché si comincia dal gettare per terra una cartaccia o una bottiglietta di plastica, e si finisce così, come nella foto...Daniele Binaghihttp://www.blogger.com/profile/14240559527758334497noreply@blogger.com0Livingston, Guatemala15.83 -88.7515.7994465 -88.7903405 15.8605535 -88.7096595tag:blogger.com,1999:blog-1872352816669442685.post-24537364309148991442014-11-06T04:48:00.000+01:002014-11-06T04:48:09.467+01:00Una gazza ladra a colazione<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-w7Wl-9DFEHs/VFrOibTcB-I/AAAAAAAAAbI/1Y-mCVotzYc/s1600/20141105_090515%5B1%5D.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-w7Wl-9DFEHs/VFrOibTcB-I/AAAAAAAAAbI/1Y-mCVotzYc/s1600/20141105_090515%5B1%5D.jpg" height="150" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">A occhio e croce, direi che <br />a questa gazza piace il miele</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Ciao, nipote.<br />
<br />
Oggi mi trovo sull'isola di Ometepe, nel lago Nicaragua, il più grande lago del Centro America. Si tratta di un'isola formata da due vulcani, e dal lembo di terra che li unisce.<br />
<br />
Il nostro albergo si trova proprio su tale lembo di terra, in una posizione deliziosa, circondato da piante verdissime su cui a volte si arrampicano anche le scimmie urlatrici.<br />
<br />
Ma i veri padroni di casa sono degli uccelli coloratissimi, curiosi e intraprendenti al punto da volare sui tavoli della colazione per rubare del pane, bersi il tuo succo di frutta o, come nel caso della foto, assaggiare un po' di miele. Si tratta di gazze ladre, ma colorate di blu e azzurro, a differenza di quelle bianche e nere che conosciamo noi.<br />
<br />
<a name='more'></a><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-pAS755loLHE/VFrOn_iSERI/AAAAAAAAAbQ/FY8MWHyNL3E/s1600/20141105_155806%5B1%5D.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-pAS755loLHE/VFrOn_iSERI/AAAAAAAAAbQ/FY8MWHyNL3E/s1600/20141105_155806%5B1%5D.jpg" height="150" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">In spiaggia ai bordi del lago Nicaragua</td></tr>
</tbody></table>
A nulla servono i tentativi dei camerieri di allontanarle, perché loro fanno un saltino allontanandosi e poi, appena il cameriere ha voltato loro le spalle, tornano all'attacco. E di attacco vero e proprio si tratta, ché a volte se non stai attento si lanciano sulla tua colazione, singolarmente o in piccoli gruppetti, e non c'è verso di scacciarle.<br />
<br />
Perciò i turisti si limitano a fotografarle, facendosene una ragione, e sperando sempre che il forte vento che spesso soffia da queste parti colpisca le gazze proprio in testa, sollevando in modo buffo due ciuffetti di penne che le rendono pure divertenti.Daniele Binaghihttp://www.blogger.com/profile/14240559527758334497noreply@blogger.com0Santo Domingo, Carretera El Quino a Santa Cruz, Santo Domingo, Nicaragua11.5130793 -85.555129099999988-14.0089552 -126.86372309999999 37.0351138 -44.246535099999988tag:blogger.com,1999:blog-1872352816669442685.post-50339094985609751502014-10-18T15:52:00.000+02:002014-10-18T15:52:18.888+02:00Sapore di sale<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-i0drnKplY-s/VEJvdM_sBPI/AAAAAAAAAZg/6t9qbpFFEAI/s1600/AF404_Britton_P1110008.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-i0drnKplY-s/VEJvdM_sBPI/AAAAAAAAAZg/6t9qbpFFEAI/s1600/AF404_Britton_P1110008.JPG" height="133" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Io, al centro del deserto salato di Uyuni</td></tr>
</tbody></table>
Ciao, nipote.<br />
<br />
Immagina un enorme lago, che una volta era un mare. Anzi, immagina un deserto, sotto il quale ci sia acqua; ma l'acqua si trova ad una grande profondità, e quindi non sale fino alla superficie. Tranne in un caso: quando arriva la stagione delle piogge, e le nuvole cariche d'umidità arrivano dalla foresta Amazzonica e sbattono contro le Ande, rilasciando il loro carico.<br />
<br />
Allora, solo allora, l'acqua si accumula in superficie, e filtra lentamente nel terreno, sciogliendo i sali e facendoli affiorare in superficie.<br />
<br />
Poi, il sole torna ad asciugare tutto, l'acqua evapora o si reinfila sotto terra, e in superficie rimane solo una crosta bianca: sale.<br />
<br />
Questo è il deserto salato di Uyuni, in Bolivia. Una enorme superficie bianca, a volte increspata dai bordi di quelle che erano pozzanghere, a volte invece piatta come una tavola da biliardo. E bianca, come se la neve fosse appena caduta.<br />
<br />
<a name='more'></a><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-Z0iuzbmcmtc/VEJvgfIA4pI/AAAAAAAAAZo/MHNKbs2uIAI/s1600/AF404_Britton_P1110054.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-Z0iuzbmcmtc/VEJvgfIA4pI/AAAAAAAAAZo/MHNKbs2uIAI/s1600/AF404_Britton_P1110054.JPG" height="133" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Uno zaino molto capiente mi permette<br /> di portare in giro tutto il gruppo</td></tr>
</tbody></table>
Nel deserto salato, ci sono pochissime cose oltre al sale: qualche collinetta, qua e là, chiamata isola da quelli che attraversano questo grande mare asciutto, a volte ricoperta di cactus verdi alti e spinosi. A parte questo, niente.<br />
<br />
Nessun punto di riferimento vicino, ed allora è facilissimo realizzare delle fotografie con strani effetti ottici, dove le cose sembrano enormi o minuscole anche se si trovano a poca distanza l'una dall'altra.Con il mio gruppo ci siamo fermati a farne un po', come puoi vedere: inseguiti da un dinosauro, in equilibrio su una bottiglia rovesciata, e addirittura tutti dentro il mio zainetto... che te ne pare?Daniele Binaghihttp://www.blogger.com/profile/14240559527758334497noreply@blogger.com0Salar de Uyuni, Salar de Uyuni, Bolivia-20.1637642 -67.570853599999964-45.6857987 -108.87944759999996 5.3582703000000009 -26.262259599999965tag:blogger.com,1999:blog-1872352816669442685.post-70845658258964515592014-09-12T22:06:00.000+02:002014-09-12T22:06:06.412+02:00Tra deserti e città di pietra<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-ruP4ca8YBxY/VBNRUFzsaFI/AAAAAAAAAZE/Pdg-hU0nfJw/s1600/2014-09-12%2B10.41.53.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-ruP4ca8YBxY/VBNRUFzsaFI/AAAAAAAAAZE/Pdg-hU0nfJw/s1600/2014-09-12%2B10.41.53.jpg" height="150" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Cammelli in posa a Petra</td></tr>
</tbody></table>
Ciao, nipote.<br />
<br />
In questi giorni sono in Giordania, l'unico paese tranquillo del Medio Oriente, almeno fino ad ora. Lo sto girando con un gruppo di viaggiatori inglesi, accompagnati dalla guida Elias e scarrozzati dall'autista Khaled, per una settimana. Che può sembrare un periodo breve, forse, ma in realtà la Giordania non è un paese molto grande, almeno nella sua parte abitata - perché, se guardi la mappa, vedrai che una parte considerevole è puro deserto.<br />
<br />
Così, sul pullman di Khaled, in pochi giorni siamo passati dalle moschee di Amman ai resti di una città romana a Jerash, e dai mosaici di Madaba fino al monte Nebo, su cui Mosé diede un ultimo sguardo alla Terra Promessa prima di morire - aveva anche i suoi annetti, bisogna pur dirlo -; poi, qualche ora passata in riva al Mar Morto, che in realtà non è un mare ma un lago, con una concentrazione di sali talmente grande che in acqua non ci vive neppure un pesciolino, e che se ci entri galleggi anche con due enormi sassi tenuti nelle mani.<br />
<br />
<a name='more'></a><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-h_W16hFD7Yg/VBNRTl_4mVI/AAAAAAAAAZA/qIoBV9DRg7g/s1600/2014-09-12%2B09.54.22.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-h_W16hFD7Yg/VBNRTl_4mVI/AAAAAAAAAZA/qIoBV9DRg7g/s1600/2014-09-12%2B09.54.22.jpg" height="200" width="150" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il Tesoro di Petra fa la sua<br />comparsa dinanzi a noi</td><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><br /></td><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><br /></td></tr>
</tbody></table>
Poi, abbiamo cominciato a scendere verso sud e, dopo una pausa alle rovine del castello di Shobak, costruito dai crociati, siamo finalmente arrivati a quella che per molti è il luogo magico di questo viaggio: Petra, la città rosa.<br />
<br />
Costruita dalla antica civiltà dei Nabatei, un popolo di commercianti, e poi conquistata dai Romani, Petra venne purtroppo distrutta da dei terremoti (colpa dei Nabatei, bisogna dirlo: non ci azzeccavano mai, delle 3 capitali che avevano fondato non ne è rimasta su una, a causa dei terremoti). Non tutta, però: perché quei simpaticoni dei Nabatei avevano pensato bene di creare un sacco di tombe scavandole nelle pareti coloratissime delle montagne circostanti. E quelle tombe sono sopravvissute non solo ai terremoti, ma anche al passare dei secoli, trasformando Petra in una città fantastica.<br />
<br />
Una città dove cammelli e cavalli e asini portano a spasso migliaia di turisti, che vogliono sperimentare le sensazioni provate da Indiana Jones quando attraversò il canyon d'ingresso, detto Siq, e si trovò all'improvviso di fronte la facciata del "Tesoro", come viene chiamato la tomba forse più bella, sicuramente più famosa.Daniele Binaghihttp://www.blogger.com/profile/14240559527758334497noreply@blogger.com0Petra, 71882, Giordania30.3251734 35.44258070000000830.2977614 35.402240200000008 30.352585400000002 35.482921200000007tag:blogger.com,1999:blog-1872352816669442685.post-28421733550202610602014-08-23T21:00:00.001+02:002014-08-23T21:00:09.016+02:00Filippo Brunelleschi e la soluzione del problema della cupola<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-3S_O5wF_wAk/U_jjMl_i8MI/AAAAAAAAAYo/-r3Vv1HOkYc/s1600/2014-08-23%2B19.25.28.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-3S_O5wF_wAk/U_jjMl_i8MI/AAAAAAAAAYo/-r3Vv1HOkYc/s1600/2014-08-23%2B19.25.28.jpg" height="200" width="150" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il duomo di Firenze, con la cupola<br />che si intravede rossa didietro</td></tr>
</tbody></table>
Ciao, nipote.<br />
<br />
In questi giorni sono a Firenze, e una delle cose che più mi colpisce di questa città è che, da quasi ogni vicoletto o piazza, si riesce a vedere qualcosa della maestosa cupola della cattedrale, costruita da Filippo Brunelleschi nel secolo quindicesimo. Una cupola che ai suoi tempi era la più grande del mondo, e che ancora oggi rimane la più grande interamente in muratura.<br />
<br />
Brunelleschi si trovò a dover affrontare un problema molto difficile: la base della cupola, detta "tamburo", era troppo grande per poter reggere il tipo di cupola che si era pensata per il duomo, ovvero una cupola composta da 8 spicchi piani appoggiati tutti uno all'altro. Gli spicchi, piani, avrebbero avuto bisogno di speciali strutture in legno per essere sorretti mentre venivano costruiti, e le dimensioni (e l'altezza) del tamburo rendevano la cosa impossibile: troppo grandi i tronchi che si sarebbero dovuti usare, troppo il peso da fargli portare.<br />
<br />
<a name='more'></a><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-qU0Lw6BlAJ0/U_jj1akHHGI/AAAAAAAAAYw/anB-emIA1QI/s1600/cupola-brunelleschi-affresco-interno.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-qU0Lw6BlAJ0/U_jj1akHHGI/AAAAAAAAAYw/anB-emIA1QI/s1600/cupola-brunelleschi-affresco-interno.jpg" height="150" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Gli affreschi all'interno della cupola</td></tr>
</tbody></table>
Ma Filippo non si diede per vinto, e con un colpo di genio risolse il problema: realizzò due cupole, una interna ed una esterna; la cupola interna, semicircolare, si sarebbe retta da sola, mentre l'altra si sarebbe supportata su di essa. Intelligente, no?!<br />
<br />
Ora la cupola interna è decorata da degli affreschi bellissimi, che ingannano un po' l'occhio di chi guarda e non gli fanno capire che quella che sta vedendo non è davvero la cupola che si vede dall'esterno. Ma per chi sale le decine di scalini che portano su fino in cima, dopo un giro lungo una terrazza subito sotto i dipinti della cupola interna, si passa attraverso degli stretti cunicoli, posti tra le due cupole; ed è lì che bisogna chinare la testa, perché lo spazio è davvero ristretto, fino a quando non si esce in cima alla cupola esterna, e ci si ritrova su di un balconcino da cui la vista su Firenze è davvero stupenda.<br />
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<br />Daniele Binaghihttp://www.blogger.com/profile/14240559527758334497noreply@blogger.com0Museo dell'Opera di Santa Maria del Fiore, Piazza del Duomo, 9, 50122 Firenze, Italia43.7731998 11.25802020000003318.2511653 -30.050573799999967 69.2952343 52.566614200000032tag:blogger.com,1999:blog-1872352816669442685.post-40378048492288223192014-08-09T23:01:00.001+02:002014-08-09T23:01:31.405+02:00La Passione di Cristo va in scena ogni 10 anni<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-PtA9684n9EI/U-aKO3oIElI/AAAAAAAAAYQ/-96Q0v_b004/s1600/2014-08-08+11.55.56.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-PtA9684n9EI/U-aKO3oIElI/AAAAAAAAAYQ/-96Q0v_b004/s1600/2014-08-08+11.55.56.jpg" height="200" width="150" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Gesù riceve la corona di spine,<br />durante la rappresentazione<br />della Passione del 2010</td><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><br /></td><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><br /></td></tr>
</tbody></table>
Ciao, nipote.<br />
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In questi giorni sto viaggiando attraverso i paesi delle Alpi, per un tour di addestramento - dove scopriamo il percorso lungo il quale porteremo poi i nostri clienti viaggiatori -, e sono appena arrivato a Monaco di Baviera dopo un po' di tempo passato in Austria.<br />
<br />
Lungo il percorso, ci siamo fermati anche ad Oberammergau, un paesino tedesco di poco più di 5000 persone famoso in tutto il mondo per la rappresentazione della passione di Cristo: quasi metà della popolazione è impegnata, ogni dieci anni, nella messa in scena della storia della passione, morte e resurrezione di Gesù Cristo, così come raccontata dai Vangeli.<br />
<br />
Messa in atto per la prima volta nel 1634 quale risultato di un voto
fatto dai cittadini di Oberammergau a Dio per averli risparmiati dal
diffondersi della peste bubbonica, si è tenuta da allora puntualmente ogni 10 anni, dal secolo scorso negli anni che terminano con zero; la prossima sarà, quindi, nel 2020.<br />
<br />
<a name='more'></a><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-ABie2Viz1AU/U-aKtIoBYcI/AAAAAAAAAYY/ScXkwDpeMss/s1600/2014-08-08+12.04.43.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-ABie2Viz1AU/U-aKtIoBYcI/AAAAAAAAAYY/ScXkwDpeMss/s1600/2014-08-08+12.04.43.jpg" height="150" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Abiti di scena per la rappresentazione</td></tr>
</tbody></table>
Come ti dicevo, tutti o quasi gli abitanti del piccolo paesino partecipano, chi come attore, chi come tecnico, chi come musicista; persino il direttore e registra dello spettacolo è scelto tra gli abitanti del posto. Qualche anno prima cominciano a fare il casting, per scegliere i personaggi principali, e poi nell'ultimo anno prima della rappresentazione i futuri attori devono cominciare a farsci crescere le barbe ed i capelli, per poter impersonare meglio personaggi della Palestina di 2000 anni fa.<br />
<br />
La rappresentazione viene ripetuta più di 100 volte, spesso ogni giorno, e dura circa 6 ore, con un intervallo di almeno un paio d'ore tra il primo e il secondo tempo. Dato che molti non potrebbero abbandonare il proprio lavoro o i propri impegni familiari per così tanto tempo, per i personaggi principali sono previsti almeno due attori (o attrici), in modo da potersi dare il cambio. Nonostanto questo, puoi immaginare quale sia l'impegno richiesto a tutti loro, che però dicono di non poter neppure pensare di non partecipare, tanto è impotante Daniele Binaghihttp://www.blogger.com/profile/14240559527758334497noreply@blogger.com0Oberammergau, Germania47.5956599 11.07235200000002447.5100044 10.910990500000024 47.6813154 11.233713500000023tag:blogger.com,1999:blog-1872352816669442685.post-27173867364103464372014-07-08T23:36:00.000+02:002014-07-08T23:36:08.910+02:00Una nave dal nome di ninfa<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-2YTHqrRLpcA/U7xfYBas5xI/AAAAAAAAAXo/NgstwaBs9HY/s1600/item0.size.arethusa-111619-1.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-2YTHqrRLpcA/U7xfYBas5xI/AAAAAAAAAXo/NgstwaBs9HY/s1600/item0.size.arethusa-111619-1.jpg" height="150" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La nave Arethusa in navigazione</td></tr>
</tbody></table>
Ciao, nipote.<br />
<br />
Come sai, sono in viaggio lungo il mar Tirreno con un gruppo di americani. Oggi siamo nel porto di Marina di Massa, dove il capitano della nave ci tiene al sicuro dalle onde che corrono sulla superficie del mare, onde alte fino ad un paio di metri, non tanto comode per una imbarcazione come la nostra.<br />
<br />
Si chiama Arethusa, la nave. Il nome le viene da una ninfa che, seguendo la dea Diana, correndo libera tra i boschi del Peloponneso, fu vista dal giovane Alfeo
che si innamorò perdutamente di lei. Ma Aretusa non ricambiava il suo
sentimento, anzi rifuggiva da lui, finché stanca delle sue insistenze
chiese aiuto a Diana, la quale la avvolse in una spessa nube sciogliendola in una fonte sul lido di Ortigia. Alfeo, che non voleva rassegnarsi, chiese allora aiuto agli Dei, che lo trasformarono in un fiume che, nascendo dalla Grecia e percorrendo tutto il Mar Ionio, si unisce all'amata fonte.<br />
<br />
<a name='more'></a><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-AakkI-tgIOg/U7xjit_S0DI/AAAAAAAAAX0/zY634tSzxBg/s1600/Fonte-Aretusa-Poidimani%5B1%5D.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-AakkI-tgIOg/U7xjit_S0DI/AAAAAAAAAX0/zY634tSzxBg/s1600/Fonte-Aretusa-Poidimani%5B1%5D.jpg" height="149" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Aretusa ed Alfeo</td></tr>
</tbody></table>
A bordo siamo circa 70, di cui una cinquantina di passeggeri (quelli del mio gruppo, e quelli della mia collega Flo) e una ventina di membri dell'equipaggio, che si occupano di noi e della nave in tutto e per tutto: c'è chi lava gli abiti, chi riassetta le cabine, chi cucina, chi fa le pulizie o serve a tavola, chi controlla che i motori e tutti gli altri macchinari funzionino per benino e chi, infine, guida la nave.<br />
<br />
Flo ed io ci occupiamo invece del programma giornaliero, accompagnando i passeggeri a fare le escursioni previste, cercando di fare in modo che possano godersi la vacanza che hanno scelto; ovviamente, in molti casi ci aiutano delle guide, perché non è che possiamo sapere proprio tutto. Come oggi, quando abbiamo visitato Lucca al mattino, mentre al pomeriggio ci siamo addentrati all'interno di una cava di marmo bianco di Carrara.<br />
<br />
Dopo cena, poi, ci siamo goduti un concerto di tre musicisti toscani, che sono venuti a bordo per suonare musiche di tutta l'Italia, facendo ballare i nostri ospiti americani.<br />
<br />Daniele Binaghihttp://www.blogger.com/profile/14240559527758334497noreply@blogger.com054100 Marina di Massa MS, Italia44.009277999999988 10.10065529999997118.487243499999988 -31.207938700000028 69.531312499999984 51.409249299999971tag:blogger.com,1999:blog-1872352816669442685.post-87616251442414135732014-05-23T18:58:00.000+02:002014-05-23T18:58:00.027+02:00Zio Giramondo risponde a... Simone<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-k702QoImuMU/U0elR_iqJkI/AAAAAAAAAWM/JbtwnXJxMYs/s1600/bambini-scuola-materna%255B1%255D.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-k702QoImuMU/U0elR_iqJkI/AAAAAAAAAWM/JbtwnXJxMYs/s1600/bambini-scuola-materna%255B1%255D.jpg" height="170" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ahi ahi, Simone... ora mi toccherà<br />colpirti con la mela, disse la maestra</td><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><br /></td></tr>
</tbody></table>
Ciao, nipote.<br />
<br />
Proprio quando pensavo che le lettere dei tuoi compagni fossero terminate, me ne hai portata una oggi all'improvviso, che Simone si era dimenticata nel libro dopo averla scritta con tanta attenzione... eh, Simone, la prossima volta fai attenzione anche a dove le riponi, le lettere, ché hai rischiato che venisse tralasciata...<br />
<br />
Ma vediamo un po' cosa mi scrive:<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>Caro zio Giramondo,</i><br />
<i>ti volevo scrivere per salutarti, perché è da tanto che non ti vedo e perché ho saputo che sei appena tornato da un viaggio. Dove sei stato?</i><br />
<i>L'anno scorso, sei venuto a raccontarci del tuo viaggio in Sud America e io, quest'estate, ho fatto una ricerca sull'Argentina. Mi piacerebbe tanto andarci una volta e soprattutto andare a vedere le cascate di Iguazù. Secondo me, è un posto meraviglioso.</i><br />
<a name='more'></a><br />
<i>Spero che quando vieni a trovarci, ci racconti del tuo viaggio, dei nuovi animali che hai visto, dove dormivi e soprattutto cosa mangiavi.</i><br />
<i>Vorrei anch'io, da grande, andare in giro per il mondo come te.</i><br />
<i>Tanti saluti!</i><br />
<i>Simone</i><br />
<i>p.s.: mi raccomando, raccontami tutto! </i></blockquote>
Caro il mio Simone, epperfortuna che l'abbiamo ritrovata, questa lettera, eh?! Anche se a molte cose ho già risposto nelle pagine precedenti, mi fa piacere che tu parli di Argentina e di quelle favolose cascate, perché sono sicuramente tra le mie preferite. Come sai si trovano giusto al confine con il Brasile, e tutti e due gli Stati si sono organizzati per permettere ai turisti di visitarle. Ma, se dal lato brasiliano hai una vista stupenda di tutte le cascate, davanti a te, in quello argentino puoi avvicinarti tanto da sentire gli spruzzi, ed addirittura camminarci sopra su delle passerelle costruite apposta! Quindi, io consiglio sempre la doppia visita, partendo dal Brasile e poi passando all'Argentina, in almeno un giorno e mezzo (segnatelo, per quando ci andrai tu).<br />
<br />
Vuoi pure sapere dove ho dormito... ma su dei letti, ovviamente! Pensa che un giorno, in Peru, mi hanno persino dato una stanza con un letto "California king size", una cosa gigante, largo almeno come tre letti normali, più di me... si vede che gli avanzava, per quella volta, perché di solito non mi danno proprio le stanze migliori, che tengono per i nostri turisti; sono stato davvero fortunato.<br />
<br />
Ora ti saluto, e assieme a te i tuoi compagni, e vi ringrazio di nuovo per queste belle lettere.Daniele Binaghihttp://www.blogger.com/profile/14240559527758334497noreply@blogger.com036020 Villaganzerla VI, Italia45.436755 11.61724379999998345.4144715 11.576903299999984 45.4590385 11.657584299999982