mercoledì 16 settembre 2015

I deserti della Bolivia che non sono poi così deserti

Seduti, la nonna ed io, nel deserto
salato di Uyuni
Ciao, nipote.

L'avventura che stiamo vivendo io e la nonna qui, in Sud America, sembra non avere mai fine: dopo aver visitato i siti Inca del Perù, ora stiamo girando in Bolivia, e siamo appena arrivati a Potosì dopo aver viaggiato nei deserti del sud del paese per tre giorni, in compagnia del nostro autista Zenon, dal nome filosofico (eh, un giorno forse lo studierai anche tu) e dalla grande simpatia e cortesia.

I deserti li abbiamo visti tutti: da quello immenso di sale, una distesa bianca che, vista dalla sommità dell'isola Incahuasi, pare un mare che la circondi, a quelli di sabbia dove il vento ha scolpito le rocce gettate lontano dai vulcani per trasformarli in sculture come quelle di famosi artisti, a quelli di roccia e pietre, senza un filo d'erba che vi cresca.
La Laguna Colorada ed i suoi
rossissimi fenicotteri

Eppure, per quanto possano sembrare privi di vita, i deserti non lo sono mai: un cespuglio qui, una specie di muschio che pare un cuscino lì, una viscacha (un roditore simile al coniglio, ma con la coda lunga) che prende il sole su una roccia, un gruppo di vigogne che brucano chissà che cosa, e poi loro, gli stupendamente rossi fenicotteri, che popolano ogni singola laguna che si forma da queste parti. Cercano l'artemia salina, un gamberetto rossastro che si nutre del sale disciolto nell'acqua delle lagune; e, più ne mangiano, più diventano rossastri, meritandosi il nome di uccelli fiammeggianti (flamencos, in spagnolo) o fenici (come l'uccello che rinasce dalle sue ceneri, e non i navigatori).

Vulcani tutti intorno (ma solo uno che, timidamente, sbuffa fumo), geyser che spruzzano i loro vapori verso l'alto, e silenzio, enorme silenzio, rotto solo dalle musichette andine che il nostro buon Zenon non ha mancato di farci apprezzare.

Abbiamo percorso un sacco di chilometri, e macinato tanta polvere, nel vero senso della parola; ma credimi, lo spettacolo così variegato di ogni giorno, unito a quello anche magico delle stelle brillantissime di notte, ne è valso davvero la pena.

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