martedì 2 dicembre 2014

La spiaggia del leone


Il leone di Leon a guardia della tomba
del poeta Ruben Dario
Ciao, nipote.

Mi trovo a Leon, importante città fondata dai colonizzatori spagnoli ancora nel 16° secolo in quello che sarebbe stato poi chiamato Nicaragua. Una città con un sacco di storie da raccontare, perlopiù collegate al suo glorioso passato e al suo ruolo durante la rivoluzione sandinista, che ha liberato il paese da una crudele dittatura nel 20° secolo.

Oggi, però, con il mio gruppetto di viaggiatori abbiamo deciso di andare a goderci una delle vicine spiagge sull'Oceano Pacifico, e così abbiamo chiesto al nostro autista signor Antonio di portarci a Las Peñitas, a circa una ventina di chilometri.

Devi sapere che l'Oceano Pacifico non è mai stato particolarmente pacifico (il nome gli era stato dato dai marinai che, passato il terribile Capo Horn tra la Patagonia e l'Antartide, ritornavano ad acque "più pacifiche"), e Las Peñitas non fa eccezione: belle onde alte più di un metro e mezzo, e tanti surfisti che ovviamente ne approfittano.

sabato 22 novembre 2014

La spiaggia di plastica

La spiaggia di Livingston
Ciao, nipote!

Ieri e l'altroieri ero a Livingston, un piccolo villaggio alla foce del Rio Dulce, in Guatemala.

Case di pescatori, il caldo clima del Caribe, palme colme di noci di cocco e spiaggie dorate... Beh, non proprio, purtroppo: la sabbia del litorale di Livingston è completamente ricoperta di spazzatura.

Per la maggior parte si tratta di contenitori di plastica, di pezzi di gommapiuma, di vecchie ciabatte... formano un continuo strato sul quale sei obbligato a passare, a volte nascondendo delle pozze d'acqua in cui rischi di affondare fino al ginocchio se non le noti.

Dicono che la spazzatura la porta la corrente, che è tutta roba che arriva dal Belize e dall'Honduras, dove la gente la butta in mare. Sicuramente un po' è così, ma ho visto varie persone gettare spazzatura lungo la strada, bambini giocare su quella spazzatura, pescatori svuotare e ripulire le loro reti su quella spazzatura. E' come se tutti ci si fossero abituati.

E (quasi) nessuno pulisce, ovviamente: durante una passeggiata di 3 chilometri, credo di aver visto solo due o tre case che avevano la loro porzione di spiaggetta in condizioni accettabili; per il resto, sembrava una discarica.

E' un peccato, ovviamente; ed ha anche dei cattivi effetti sul turismo, come puoi immaginare, perché così nessuno si ferma per più di uno o due giorni, dato che oltre al mare non c'è poi molto da fare. Ed è un insegnamento per noi tutti: perché si comincia dal gettare per terra una cartaccia o una bottiglietta di plastica, e si finisce così, come nella foto...

giovedì 6 novembre 2014

Una gazza ladra a colazione

A occhio e croce, direi che
a questa gazza piace il miele

Ciao, nipote.

Oggi mi trovo sull'isola di Ometepe, nel lago Nicaragua, il più grande lago del Centro America. Si tratta di un'isola formata da due vulcani, e dal lembo di terra che li unisce.

Il nostro albergo si trova proprio su tale lembo di terra, in una posizione deliziosa, circondato da piante verdissime su cui a volte si arrampicano anche le scimmie urlatrici.

Ma i veri padroni di casa sono degli uccelli coloratissimi, curiosi e intraprendenti al punto da volare sui tavoli della colazione per rubare del pane, bersi il tuo succo di frutta o, come nel caso della foto, assaggiare un po' di miele. Si tratta di gazze ladre, ma colorate di blu e azzurro, a differenza di quelle bianche e nere che conosciamo noi.

sabato 18 ottobre 2014

Sapore di sale

Io, al centro del deserto salato di Uyuni
Ciao, nipote.

Immagina un enorme lago, che una volta era un mare. Anzi, immagina un deserto, sotto il quale ci sia acqua; ma l'acqua si trova ad una grande profondità, e quindi non sale fino alla superficie. Tranne in un caso: quando arriva la stagione delle piogge, e le nuvole cariche d'umidità arrivano dalla foresta Amazzonica e sbattono contro le Ande, rilasciando il loro carico.

Allora, solo allora, l'acqua si accumula in superficie, e filtra lentamente nel terreno, sciogliendo i sali e facendoli affiorare in superficie.

Poi, il sole torna ad asciugare tutto, l'acqua evapora o si reinfila sotto terra, e in superficie rimane solo una crosta bianca: sale.

Questo è il deserto salato di Uyuni, in Bolivia. Una enorme superficie bianca, a volte increspata dai bordi di quelle che erano pozzanghere, a volte invece piatta come una tavola da biliardo. E bianca, come se la neve fosse appena caduta.

venerdì 12 settembre 2014

Tra deserti e città di pietra

Cammelli in posa a Petra
Ciao, nipote.

In questi giorni sono in Giordania, l'unico paese tranquillo del Medio Oriente, almeno fino ad ora. Lo sto girando con un gruppo di viaggiatori inglesi, accompagnati dalla guida Elias e scarrozzati dall'autista Khaled, per una settimana. Che può sembrare un periodo breve, forse, ma in realtà la Giordania non è un paese molto grande, almeno nella sua parte abitata - perché, se guardi la mappa, vedrai che una parte considerevole è puro deserto.

Così, sul pullman di Khaled, in pochi giorni siamo passati dalle moschee di Amman ai resti di una città romana a Jerash, e dai mosaici di Madaba fino al monte Nebo, su cui Mosé diede un ultimo sguardo alla Terra Promessa prima di morire - aveva anche i suoi annetti, bisogna pur dirlo -; poi, qualche ora passata in riva al Mar Morto, che in realtà non è un mare ma un lago, con una concentrazione di sali talmente grande che in acqua non ci vive neppure un pesciolino, e che se ci entri galleggi anche con due enormi sassi tenuti nelle mani.

sabato 23 agosto 2014

Filippo Brunelleschi e la soluzione del problema della cupola

Il duomo di Firenze, con la cupola
che si intravede rossa didietro
Ciao, nipote.

In questi giorni sono a Firenze, e una delle cose che più mi colpisce di questa città è che, da quasi ogni vicoletto o piazza, si riesce a vedere qualcosa della maestosa cupola della cattedrale, costruita da Filippo Brunelleschi nel secolo quindicesimo. Una cupola che ai suoi tempi era la più grande del mondo, e che ancora oggi rimane la più grande interamente in muratura.

Brunelleschi si trovò a dover affrontare un problema molto difficile: la base della cupola, detta "tamburo", era troppo grande per poter reggere il tipo di cupola che si era pensata per il duomo, ovvero una cupola composta da 8 spicchi piani appoggiati tutti uno all'altro. Gli spicchi, piani, avrebbero avuto bisogno di speciali strutture in legno per essere sorretti mentre venivano costruiti, e le dimensioni (e l'altezza) del tamburo rendevano la cosa impossibile: troppo grandi i tronchi che si sarebbero dovuti usare, troppo il peso da fargli portare.

sabato 9 agosto 2014

La Passione di Cristo va in scena ogni 10 anni

Gesù riceve la corona di spine,
durante la rappresentazione
della Passione del 2010


Ciao, nipote.

In questi giorni sto viaggiando attraverso i paesi delle Alpi, per un tour di addestramento - dove scopriamo il percorso lungo il quale porteremo poi i nostri clienti viaggiatori -, e sono appena arrivato a Monaco di Baviera dopo un po' di tempo passato in Austria.

Lungo il percorso, ci siamo fermati anche ad Oberammergau, un paesino tedesco di poco più di 5000 persone famoso in tutto il mondo per la rappresentazione della passione di Cristo: quasi metà della popolazione è impegnata, ogni dieci anni, nella messa in scena della storia della passione, morte e resurrezione di Gesù Cristo, così come raccontata dai Vangeli.

Messa in atto per la prima volta nel 1634 quale risultato di un voto fatto dai cittadini di Oberammergau a Dio per averli risparmiati dal diffondersi della peste bubbonica, si è tenuta da allora puntualmente ogni 10 anni, dal secolo scorso negli anni che terminano con zero; la prossima sarà, quindi, nel 2020.

martedì 8 luglio 2014

Una nave dal nome di ninfa

La nave Arethusa in navigazione
Ciao, nipote.

Come sai, sono in viaggio lungo il mar Tirreno con un gruppo di americani. Oggi siamo nel porto di Marina di Massa, dove il capitano della nave ci tiene al sicuro dalle onde che corrono sulla superficie del mare, onde alte fino ad un paio di metri, non tanto comode per una imbarcazione come la nostra.

Si chiama Arethusa, la nave. Il nome le viene da una ninfa che, seguendo la dea Diana, correndo libera tra i boschi del Peloponneso, fu vista dal giovane Alfeo che si innamorò perdutamente di lei. Ma Aretusa non ricambiava il suo sentimento, anzi rifuggiva da lui, finché stanca delle sue insistenze chiese aiuto a Diana, la quale la avvolse in una spessa nube sciogliendola in una fonte sul lido di Ortigia. Alfeo, che non voleva rassegnarsi, chiese allora aiuto agli Dei, che lo trasformarono in un fiume che, nascendo dalla Grecia e percorrendo tutto il Mar Ionio, si unisce all'amata fonte.

venerdì 23 maggio 2014

Zio Giramondo risponde a... Simone

Ahi ahi, Simone... ora mi toccherà
colpirti con la mela, disse la maestra

Ciao, nipote.

Proprio quando pensavo che le lettere dei tuoi compagni fossero terminate, me ne hai portata una oggi all'improvviso, che Simone si era dimenticata nel libro dopo averla scritta con tanta attenzione... eh, Simone, la prossima volta fai attenzione anche a dove le riponi, le lettere, ché hai rischiato che venisse tralasciata...

Ma vediamo un po' cosa mi scrive:
Caro zio Giramondo,
ti volevo scrivere per salutarti, perché è da tanto che non ti vedo e perché ho saputo che sei appena tornato da un viaggio. Dove sei stato?
L'anno scorso, sei venuto a raccontarci del tuo viaggio in Sud America e io, quest'estate, ho fatto una ricerca sull'Argentina. Mi piacerebbe tanto andarci una volta e soprattutto andare a vedere le cascate di Iguazù. Secondo me, è un posto meraviglioso.

lunedì 19 maggio 2014

A naso in su, a guardar le stelle

Le costellazioni intorno ad Orione
Ciao, nipote.

Ieri abbiamo fatto proprio una bella gita a Padova, a vedere il nuovo planetario che hanno costruito, e spero sia piaciuta anche a te.

E' un luogo magico, secondo me, dove comodamente seduti su di una poltroncina si può guardare la cupola riempirsi del cielo notturno, con le sue stelle, i pianeti e le costellazioni.

E, insieme alle immagini, c'erano le parole dell'astronoma che vi lavora, che ci ha raccontato delle storie favolose (anzi, delle vere e proprie favole) sulle figure che gli antichi greci, poi i romani e ancora noi oggi vediamo unendo i puntini (che ora sai non essere tutti bianchi, dato che alcune stelle sono rosse, alcune gialle ed alcune blu) che si vedono di notte.

venerdì 16 maggio 2014

Zio Giramondo risponde a... Sofia

"Cinque teste da colpire... mmm, mi
servono altre mele!", pensò la maestra
Ciao, nipote.

Siamo arrivati all'ultima lettera dei tuoi compagni, e per puro caso succede che si tratti della più lunga: quasi due pagine complete, altro che cartolina! Spero che ti abbia incuriosito leggere di quello che interessa ai tuoi amici ed amiche: come hai visto, ognuno ha un paese preferito, anche se quasi tutti vogliono sapere qualcosa sugli animali che incontro... Beh, ora tocca alla lettera di Sofia:
Caro zio Giramondo,
mentre tu eri chissà dove noi aspettavamo che tu ritornassi per raccontarci le cose meravigliose che ti sono successe.
A proposito ti vorrei fare una domanda, dove sei stato in questo periodo?
Mentre tu eri in giro per il mondo ad esplorare posti stupendi e meravigliosi, intanto noi abbiamo ricominciato la scuola e tutte le nostre cose. Le maestre come compito delle vacanze dell'anno scorso ci hanno dato da fare un cartellone sugli stati del Sud America. Noi siamo impazienti di sapere dove sei stato, se era bello, se hai visto cose che neanche potresti immaginarti...

venerdì 9 maggio 2014

Zio Giramondo risponde a... Riccardo

"Vediamo se riesco a far saltar via
anche il secondo cappellino", pensa
la maestra mentre prende la mira
Ciao, nipote!

Mancano ancora un paio di lettere di tuoi compagni, tra quelle che mi avete consegnato quando sono venuto a trovarvi in classe; e mi sa proprio che sono le più lunghe... Questa volta, tocca a Riccardo:

Caro zio Giramondo,
ho appena saputo che tra poco verrai nella nostra scuola a raccontarci del tuo ultimo viaggio! Non vedo l'ora di sapere dove sei stato! Sei stato più vicino a noi o all'altro capo del Mondo?
Beh, ti chiederemo un sacco di cose mercoledì, visto che sarai qui, quindi tieniti forte!
Noi abbiamo iniziato un altro anno scolastico e abbiamo imparato nuove cose e abbiamo finalmente fatto la gita al Rovere in ottobre (era programmata per l'autunno scorso, ma è stata continuamente rimandata a causa di maltempo!).

venerdì 2 maggio 2014

Zio Giramondo risponde a... Cesare

"Vi prendo le misure!", disse la maestra
con il righello e la matita in mano
Ciao, nipote.

Ci sono ancora un bel po' di lettere a cui rispondere, tra quelle che mi avete consegnato in classe quando sono venuto a trovarvi l'ultima volta; e sembra che siano sempre più lunghe... Okay, questa volta leggiamo quella di Cesare:

Caro zio Giramondo,
ti voglio scrivere perché è da tanto che non ci vediamo e vorrei chiederti in che posti sei stato in tutto questo tempo e che animali particolari hai trovato.
Un giorno ti ho pensato: in quel momento avrei voluto raggiungerti per visitare tanti bei posti.

venerdì 25 aprile 2014

Zio Giramondo risponde a... Sara

Sempre con quella mela in mano,
eh, maestra?! Vogliamo mangiarla?!
Ciao, nipote.

Continuiamo con la serie di lettere dei tuoi compagni, e con le mie risposte. Questa volta ho dovuto usare la lente di ingrandimento, perché le parole erano davvero scritte in piccolo, con un'ottima calligrafia. E' quindi il turno di Sara:

Caro zio Giramondo,
come stai? Sai sono molto curiosa di sapere dove sei andato quest'anno, come l'altro anno quando sei venuto a raccontare del tuo viaggio in Sud America.
Sai che noi abbiamo fatto tante ricerche del Brasile, dell'Argentina, del Perù, del Cile e dell'Ecuador? Sono tutti lavori bellissimi.
Mi ricordo ancora quando l'anno scorso ci hai raccontato dove dormivi e che lì un dollaro valeva molto, quasi per una spesa.

venerdì 18 aprile 2014

Zio Giramondo risponde a... Alice

Una mela al giorno toglie un alunno
di torno, pensa la maestra, prendendo
bene la mira...
Ciao, nipote.

Come ti dicevo, sto leggendo tutte le belle lettere che mi hanno scritto i tuoi compagni, quelle che mi ha consegnato la tua maestra quando sono venuto in classe a trovarvi, per poter rispondere ad ognuno di loro. Questa volta tocca ad Alice:

Caro zio Giramondo,
come stai? Che viaggio hai fatto? Ti sei divertito?
Lo sai che anche a me piacerebbe andare in giro per il mondo come te. Mi piacerebbe visitare il Sud America, il Brasile, l'Argentina ecc..
Hai visto gli animali? Dove dormivi? Com'era il clima? Chi hai trovato?

venerdì 11 aprile 2014

Zio Giramondo risponde a... Kleris

Bambine e bambini allegri mentre
la maestra sta per colpirli con una mela
Ciao, nipote.

Come ben sai, ché spesso sei distratta ma non così tanto, l'altro giorno sono venuto a trovarvi a scuola per vedere i lavori che avevate fatto durante l'estate scorsa e per raccontarvi dei nuovi (e vecchi) paese che ho visitato durante gli autunno ed inverno scorsi.

In quell'occasione, la tua maestra mi ha consegnato una bustona piena di lettere scritte dai tuoi compagni di classe - tu, giustamente, hai preferito scrivere a Solomon, il tuo compagno che quest'anno si è trasferito in un altro continente, visto che poi mi vedi quando vuoi a casa. Oggi ho aperto la bustona, ed ho cominciato a leggere il contenuto. Sono talmente belle, che ho deciso di rispondere ad ognuna di esse qui sul blog - anche perché, nei prossimi due mesi, mi sa che viaggerò pochino, dato che devo studiare per un esame.

Cominciamo quindi dalla lettera di Kleris:
Ciao zio Giramondo,
come stai! Ci sei mancato tantissimo! Hai fatto dei viaggi? Dove sei stato? E' molto bello viaggiare come te perché il mondo è pieno di cose belle. Gli animali erano belli scommetto, perché in Sud America ci sono animali bellissimi.

lunedì 3 marzo 2014

Vecchio scarpone, quanto tempo è passato

Un'ultima foto ai miei scarponi,
compagni di mille avventure
Ciao, nipote.

Per i viaggi lunghi che mi piace fare, parto con un equipaggiamento che cerco di selezionare al meglio, per non correre il rischio di portare troppo peso sulle spalle; ovviamente, ad ogni viaggio scopro poi che qualcosa che ho portato non mi è servito, ma non potendolo sapere fin dall'inizio meglio avere un maglione in più che uno in meno; e, poi, ricordati che c'è molto spesso la possibilità di acquistare le cose lungo il percorso.

Col passare dei giorni, e dei chilometri, le cose però si consumano: nei calzini si fanno buchi, il tessuto degli zaini si cuoce al sole e si logora, le stecche degli ombrelli si rompono... e le scarpe, semplicemente, invecchiano.

Avevo comprato un paio di scarponi da montagna a Darwin, in Australia, durante il mio giro del mondo, nel 2004. In questi 10 anni, hanno calcato le strade di almeno una trentina di paesi (forse di più, dovrei contarli), in 4 continenti diversi.

sabato 1 marzo 2014

I camelidi son tanti, milioni di milioni...

Guanaco al sole della Patagonia
Ciao, nipote.

Per qualche settimana sono stato un po' impegnato, quindi non ho potuto scrivere. Ma ora riprendiamo... e riprendiamo dal finale, ovvero dal fondo, ovvero dalla Patagonia. Sono di nuovo qui, e l'altro giorno nel parco nazionale Torres del Paine, in Cile, mi è capitato di imbattermi in alcuni esemplari di guanaco.

Il sole era perfetto, lo sfondo anche, ed i guanaco... a proposito, lo sai cosa sono i guanaco? Sono dei cugini lontani, circa 3° grado, dei cammelli e dei dromedari, pur non avendo nessuna gobba. E sono dei cugini di primo grado dei lama e degli alpaca, e delle morbidissime vigogne, le altre tre specie di camelidi presenti in Sud America.

A differenza degli altri, vive bene anche ad altitudini inferiori, ed è ben adattato al freddo: come il lama, presenta un manto doppio, con uno più ruvido all'esterno ed uno più soffice all'interno.

martedì 4 febbraio 2014

Un gancio sotto il cielo

Due persone scendono assieme
lungo il cavo d'acciaio
Ciao, nipote.

Ieri sono arrivato di nuovo a Santa Elena di Monteverde, in Costa Rica, e con molti dei passeggeri del mio gruppo sono tornato a fare zip-wiring, un'attività che... ti fa volare!

In pratica, si tratta di infilarsi un'imbragatura, simile a quella che usano gli scalatori quando si arrampicano sulle pareti rocciose, e grazie ad un anello speciale chiamato moschettone che ti tiene attaccato ad una carrucola scivolare, scorrere lungo un cavo d'acciaio, teso tra punti particolarmente alti.

Qui nella foresta nebulosa di Monteverde, ovviamente, gli alberi non mancano, e quindi neppure i punti a cui attaccare questi cavi. Che passano all'interno della foresta, vicino alle cime degli alberi, tanto che mentre la tua carrucola ti fa scendere velocemente tu puoi guardarti intorno, e vedere la quantità incredibile di vita vegetale che c'è nella zona più illuminata dalla luce solare. E, se sei fortunato, di tanto in tanto ti capita di scorgere qualche uccello, o delle scimmie, o magari dei bradipi.

giovedì 23 gennaio 2014

Nella foresta, a casa dei Maya

Una stele con tante belle
ed interessanti cose
scritte sopra
Ciao, nipote.

Se in Sud America il popolo antico più famoso è quello degli Inca, qui in Centro America sono in due a dividersi la poltrona: Aztechi e Maya. I primi vissero perlopiù in quello che oggi è il Messico, mentre i secondi a cavallo di Guatemala, Belize, Honduras, El Salvador e un po' di Messico anche loro.

I Maya vissero il loro momento più splendido secoli fa, ma sopravvivono tutt'oggi nei paesi che ho menzionato sopra, in particolar modo nel Guatemala e nel Belize, dove spesso vivono in piccole comunità. In passato, invece, creavano grandi città-stato, separate le une dalle altre da decine di chilometri di giungla. Di alcune di esse sopravvivono dei resti, e io oggi ho visitato uno dei più famosi, Copan, in Honduras.

mercoledì 15 gennaio 2014

Cercando il quetzal tra le nuvole


La foresta nebulosa di Monteverde
Ciao, nipote.

L'altro giorno, col mio gruppo, siamo andati a visitare la foresta di Monteverde, nel nord del Costa Rica. Una foresta molto ricca di fauna e flora, e particolarmente importante perché è una delle poche foreste nebulose della Terra. Così importante che qui, in Costa Rica, è spesso protetta, a volte dallo Stato, altre volte da privati; una delle riserve più note è quella chiamata "Bosco eterno dei bambini", perché è stata acquistata grazie al contributo di migliaia di bambini da tutte le parti del mondo, che hanno raccolto dei fondi per poi inviarli all'associazione che era stata creata per acquistare parti di bosco.

Una foresta nebulosa è una foresta umida sempreverde, coperta in modo continuo o stagionale da nuvole a bassa quota, in genere al livello delle cime degli alberi. Le chiome degli alberi possono quindi raccogliere l'umidità delle nubi, e farne poi gocciolare al suolo una parte, contribuendo a mantenere l'ambiente umido e a favorire la vita in grande quantità di animali e piante.


giovedì 9 gennaio 2014

Animali lenti e stelle del Caribe

Un bradipo appeso a testa in giù
Ciao, nipote.

Ti scrivo dalla costa del Mar dei Caraibi, o Caribi come sarebbe più giusto chiamarlo. Fuori, il vento muove le grandi foglie delle palme da cocco, con i loro frutti ancora giallastri e immaturi aggrappati come non volessero lasciarsi cadere (e bisogna stare attenti quando cadono, che se ti arrivano in testa potrebbero farti un bel po' male).

Il tempo purtroppo oggi non è particolarmente bello, anzi ha piovuto per tutta la mattina, però ieri siamo riusciti a fare un giro nell'arcipelago di Bocas del Toro, visitando alcune isole e riuscendo a vedere alcuni strani animali, come il bradipo tridattilo (cioè, con tre dita), uno degli animali più lenti del mondo, dalle zampe lunghe lunghe che gli servono per lasciarsi dondolare dai rami, quasi come un'altalena, e alcune rane rosse rosse, che come ti ho raccontanto sono velenose e quindi con il loro colore forte vogliono avvisare i possibili predatori.