sabato 23 agosto 2014

Filippo Brunelleschi e la soluzione del problema della cupola

Il duomo di Firenze, con la cupola
che si intravede rossa didietro
Ciao, nipote.

In questi giorni sono a Firenze, e una delle cose che più mi colpisce di questa città è che, da quasi ogni vicoletto o piazza, si riesce a vedere qualcosa della maestosa cupola della cattedrale, costruita da Filippo Brunelleschi nel secolo quindicesimo. Una cupola che ai suoi tempi era la più grande del mondo, e che ancora oggi rimane la più grande interamente in muratura.

Brunelleschi si trovò a dover affrontare un problema molto difficile: la base della cupola, detta "tamburo", era troppo grande per poter reggere il tipo di cupola che si era pensata per il duomo, ovvero una cupola composta da 8 spicchi piani appoggiati tutti uno all'altro. Gli spicchi, piani, avrebbero avuto bisogno di speciali strutture in legno per essere sorretti mentre venivano costruiti, e le dimensioni (e l'altezza) del tamburo rendevano la cosa impossibile: troppo grandi i tronchi che si sarebbero dovuti usare, troppo il peso da fargli portare.


Gli affreschi all'interno della cupola
Ma Filippo non si diede per vinto, e con un colpo di genio risolse il problema: realizzò due cupole, una interna ed una esterna; la cupola interna, semicircolare, si sarebbe retta da sola, mentre l'altra si sarebbe supportata su di essa. Intelligente, no?!

Ora la cupola interna è decorata da degli affreschi bellissimi, che ingannano un po' l'occhio di chi guarda e non gli fanno capire che quella che sta vedendo non è davvero la cupola che si vede dall'esterno. Ma per chi sale le decine di scalini che portano su fino in cima, dopo un giro lungo una terrazza subito sotto i dipinti della cupola interna, si passa attraverso degli stretti cunicoli, posti tra le due cupole; ed è lì che bisogna chinare la testa, perché lo spazio è davvero ristretto, fino a quando non si esce in cima alla cupola esterna, e ci si ritrova su di un balconcino da cui la vista su Firenze è davvero stupenda.


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